venerdì 22 maggio 2015

Libri: Stelle, pesci, gocce di Katsumi Komagata

La scorsa settimana vi ho consigliato Petit Arbre, un prezioso pop up che ammalia per la ricercatezza del progetto. Oggi torno a parlarvi di Komagata, con altri tre suoi libri: L'endroit où dorment les étoiles, Pacu Pacu, Histoire d'un larme.

Li ho prenotati in biblioteca insieme a Piccolo Albero a scatola chiusa, non c'erano nemmeno le fotografie nella scheda, e quando sono arrivata li ho sfogliati con curiosità e soddisfazione.


Quello che ho preferito è L'endroit où dorment les étoiles
che mi è piaciuto per il gioco delicato di sovrapposizioni di pagine sbalzate di texture, finiture e toni di bianco diversi, che evocano proprio la luce delle stelle. 



Ancora una volta sono i dettagli e la scelta dei materiali a colpire:

venerdì 15 maggio 2015

Petit Arbre. komagata a Milano (seconda parte)

Come promesso, torno a parlarvi dell'incontro con Komagata, consigliandovi un suo libro, quello più famoso probabilmente: Petit Arbre / Little tree, un prezioso pop up.

Molti autori hanno scelto gli alberi per illustrare i cicli della Natura ognuno in maniera diversa e affascinante, eppure questo progetto riesce a stupire per la sua poetica delicatezza e per la molteplicità dei sensi coinvolti.

Un piccolo albero nasce, in mezzo alla neve, ed inizia a crescere senza che nessuno lo noti. Si fa più grande di stagione in stagione, di pagina in pagina, sviluppando dapprima rami sottili e timide gemme, poi rami che si allungano, forti e flessuosi, e fronde sempre più folte. Le foglie si accendono dei colori luminosi dell'autunno, per lasciare di nuovo l'albero spoglio con l'arrivo dell'inverno, quando viene vestito di luci.
Molte stagioni più tardi, l'albero scompare, lasciando un vuoto per chi ne abitava l'ombra o andava a cercare lucciole vicino a lui. Rinascerà, inaspettatamente, altrove, promettendo di ricominciare tutta la sequenza. 


Komagata presenta il suo Piccolo albero

Katsumi Komagata - Petit Arbre


lunedì 11 maggio 2015

Cous cous allo zafferano con spinaci

In questi giorni un'anticipo d'estate ci regala giornate e serate caldissime, perfette per cene all'aperto in buona compagnia.
Viene voglia di cucinare piatti colorati e leggeri, che impegnino poco ai fornelli, soddisfando comunque il palato, magari sperimentando accostamenti nuovi, come per esempio questo cous cous allo zafferano con spinaci:





Ingredienti: 
(dosi per commensale)

martedì 5 maggio 2015

Komagata a Milano, 23 Aprile 2015 (prima parte)

Nelle ultime settimane mi è parso di non aver tempo per prendere fiato - e tanto meno aggiornare il blog -, ma ho avuto la fortuna di trascorrere tante ore tra i libri, tanti e bellissimi, per motivi diversi. Prima che alcuni ricordi sbiadiscano irrimediabilmente desidero fissarli su queste pagine, vorrei iniziare parlandovi dell'ora trascorsa ad ascoltare Katsumi Komagata.

Se il nome non vi dice nulla, sappiate che si tratta di un illustratore considerato l'erede di Munari, un artista di grande sensibilità, purtroppo nel nostro Paese è poco conosciuto a causa della scarsa diffusione dei suoi libri, anche se ho scoperto che in alcune biblioteche ben fornite se ne trovano.

L'incontro risale al 23 Aprile, Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, giorno saturo di impegni per me e con un calendario ricchissimo di iniziative cui avrei voluto partecipare. Smaltito quanto mi vedeva direttamente coinvolta - il momento più emozionante è stata una lettura a scuola di mia figlia -, grazie ad un favorevole ed inaspettato allineamento dei pianeti nel tardo pomeriggio, sono riuscita all'ultimo minuto ad andare a Milano per regalarmi un'ora di pura contemplazione, che è valsa le tre di viaggio e la corsa per arrivare e tornare entro l'orario dell'ultimo impegno della giornata, scappando senza riuscire nemmeno a salutare chi mi aveva segnalato l'evento (ci rifaremo, Anna e amiche del gruppo LIA milanese).

Ho vissuto questa possibilità come un dono: ho infilato una camicetta con piccoli origami, presa la macchina fotografica, il caricatore del cellulare, l'immancabile quadernino per gli appunti e mi sono avviata.

Quando sono arrivata, lo spazio Corraini 121+ - che non è piccolo - era gremito, per un attimo ho temuto che non sarei riuscita a vedere molto, ma sfruttando la mia altezza mi sono accaparrata un angolino con una discreta visuale, anche se in equilibrio precario su dei gradini, proprio un attimo prima che Komagata iniziasse a raccontarsi e a raccontarci la genesi dei suoi preziosi lavori.

Da questo incontro sono uscita entusiasta e piena di stimoli. Sono stata subito colpita dall'umanità dell'artista, ho capito ascoltandolo che ogni suo progetto racchiudeva qualcosa del suo vissuto, qualcosa di prezioso ed intimo, condiviso perché potesse viaggiare lontano. Davvero non convenzionale, poi, il suo approccio nel creare libri, centrato sulla percezione di chi li fruisce, così come il suo rapporto fisico ed emotivo con la carta, visto come materiale che permette di sperimentare, di essere strumento delle capacità immaginative, ma anche che testimonia e racconta.





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