giovedì 26 giugno 2014

Abiti e frivolezze un gioco estivo

Estate, voglia di leggerezza...

L'amica 'povna ci racconta il suo guardaroba e la capacità di attraversare con naturalezza mondi diversi, prendendo spunto da un gioco proposto da Palmy.

Che bello leggere questi due post.  
E oggi... gioco anche io!


La mia divisa: nessuna, sono camaleontica, a seconda del contesto cambio: ci son periodi da pantaloni a vita bassa, elasticizzati e bootcut, e maglie femminili (nere o colorate, sempre con un particolare che me le fa scegliere: lo scollo profilato, la linea che segue senza segnare, la stampa originale, qualche asimmetria...) o camicette (bianche o nere, anche se la mia preferita del momento ha dei fiori sfumati nelle tonalità delle ortensie); altri da minigonne o shorts portati con canotte o magliette e le amiche infradito; altri ancora da vestiti più femminili e ricercati. Posso sempre pescare dall'armadio uno dei tanti tailleur che nelle mie vite lavorative passate indossavo ogni giorno, o uno dei vestiti del cuore, magari presi in qualche viaggio. Amo anche molto le gonne al ginocchio: femminili, scampanate, leggere e svolazzanti, che amo portare anche con i leggins.

I colori: dall'azzurro al pervinca, ma anche mauve, viola, bianco e nero, a volte in versione "total black- alla milanese", da smorzare con collant coprenti colorate, o una collana, o una sciarpa vivace. Ultimamente mi piace anche il rosa: che sia antico, pesca, o Radiant Orchid (ma mai fluo) dà quel tocco luminoso che rischiara, e persino il giallo, purchè pastello. Questi colori un tempo non mi piacevano (ho sempre preferito gli azzurri), ma, si sa, con gli anni si cambia. 
 
Scarpe: eco-rispettose, ma femminili.
Nota dolentissima per una persona che vorrebbe vivere senza crudeltà e con poco impatto sulla povera Madre Terra, perché se è escluso buttare via anni di scarpe "normali" (l'aver guadagnato un numero con la maternità mi toglie dall'imbarazzo anche se mi lascia con mezza scarpiera non utilizzata), è sempre un gran problema capire se la scarpa che voglio comprare, quando finalmente la trovo in tessuto o neo-qualcosa non di derivazione animale, sia prodotta con sfruttamento degli operai e chissà quali derivati chimici dubbi, la mia compassione non si ferma al mondo animale e ci tengo alla salute! Trovata la quadratura del cerchio (leggasi: produttore responsabile con prezzo abbordabile per umano medio), o accettato qualche compromesso (come rassegnarsi al fatto che tutti producano dove la manodopera costa poco e si spera le leggi a tutela di lavoratori e consumatori valgano qualcosa): amo le ballerine come le scarpe col tacco, ma di preferenza porto scarpe con una zeppa o tacco da 5/6 cm, d'estate sandali in cotone, in inverno stivali sintetici, ma più di ogni cosa le infradito! Sono una bare footer mancata!

Gioielli e accessori: orecchini quasi sempre, dei più vari, ma sempre leggeri; collane poche, salvo un girocollo speciale (vedi a seguire); braccialetti a volte - mi diverto anche a farli -, anelli con pietre colorate dure in estate. Molti ricordi sono stati rubati dai ladri, restano i pensieri cari di chi li aveva scelti per me con affetto, dopo queste esperienze non credo spenderò soldi in gioielli in questa vita, sebbene io sia in grado sempre di scegliere il gioiello più prezioso in ogni vetrina del mondo (ovvero mi piacciono, ma altre cose mi interessano di più oggi). Amo le borse, le porto spesso frivole e colorate, visto che sono ancora di dimensioni "Mary Poppins" vanno sdrammatizzate un po'.

Sempre: un girocollo sottile in oro bianco con un ciondolo piccolo a forma di cuore che mi è stato regalato quando è nata mia figlia, la fede e un anello in platino e brillantini. Inoltre ho praticamente sempre con me, sulla borsa o addosso, una sciarpina/stola/scialle/pashmina/pareo, completa l'outfit con un tocco di colore, ma anche scalda, o è utile per mille evenienze in viaggio.

Mai: colori fluo, marchi a vista, abiti in cui non mi sento a mio agio.

Cosa mi piace del mio guardaroba: rispecchia i miei cambiamenti e il momento che sto vivendo.  Avendo a disposizione anche i vestiti di mamma e nonnna - vintage DOC! - , è davvero vario...

Cosa vorrei cambiare: non saprei, ho già cambiato tanto in questi anni, per esempio a trent'anni credevo di aver chiuso con le minigonne, poi è nata eSSe, ho cambiato vita, siamo stati qualche mese in California e ho iniziato a rimetterle. Il mio guardaroba è in costante evoluzione, come me.

Trucco: solo agli occhi, a volte leggerissimo, a volte con una bella linea di matita blu o viola, ombretto perlato e tanto mascara. Dipende dall'umore, dal contesto, da quanto tempo ho... Anche senza sono a mio agio. Non sopporto il fondotinta, al limite ma proprio una tantum, un po' di blush quando in inverno sono troppo pallida. 

Ossessione: sciarpe/stole/scialli/pashmine/parei...  ne ho una collezione. Mi sono imposta di comprarle solamente ai saldi, e solo di cotone o lino.

Negozi preferiti: nessuno in particolare.

Il prossimo acquisto: un costume azzurro, quando lo troverò come dico io...

Un errore: un paio di peeptoe tacco 12 cm con plateau. Ero curiosa, le ho prese a prezzo outlet e ho pochi rimorsi perchè son costate davvero poco, ma sono impegnative... più di una volta le ho tolte a metà serata (previdentmente mi ero portata il cambio) perché non ne potevo più...

Un sogno: scarpe etiche ben disegnate a prezzi modici, l'abbandono totale della pelle e il bando delle pellicce a partire dalle grandi firme della moda.


E se vi va, ora tocca a voi!


martedì 24 giugno 2014

La forza del web.
Aggiornamenti al post di ieri

Ieri mi interrogavo sulla forza delle parole, due post mi avevano colpito: in uno si denunciava la totale inutilità degli appelli per riportare a casa le studentesse nigeriane rapite, nell'altro un testo pieno di errori che risultavano offensivi e dolorosi per le persone con sindrome di Down e le loro famiglie, invitando a protestare.

Si rifletteva sul valore degli appelli internazionali con un senso di impotenza e disillusione e questa mattina una bellissima notizia: la liberazione di Meriam, la donna cristiana condannata a morte ed incarcerata con i suoi due figli.
«È stata fondamentale la mobilitazione internazionale» spiega Antonella Napoli, presidente della Ong Italians for Darfur.
Quindi non sempre gli appelli cadono nel vuoto e servono solo a farci sentire "più buoni" come diceva Silvia - punto di vista che io capisco e ha sicuramente fondamento, ma spero sempre che qualcosa anche solo a parole si possa ottenere, come dice Silvia, almeno nelle questioni locali -!

La seconda buona notizia riguarda la reazione di Doctissimo, che a questo punto si merita una citazione per merito, che ha rimossso questa pagina di cui ieri ci parlava Daniela.
Un tweet di Mammafelice, sereno e dialogante, ha ottenuto una rispota rapida. Con soddisfazione abbiamo visto che in poche ore la pagina è stata rimossa, al momento risulta non disponibile perché la stanno riscrivendo.

Mi ha colpito la potenzialità dell'azione diretta via twitter, che ammetto frequento poco, e la possibilità di dare seguito in modo puntuale ad un impegno in seguito ad una denuncia, per una volta ho avuto l'impressione che davvero ci sia una grande democraticità e partecipazione costruttiva nel web. 

Ci fermiamo a gioire?
Certamente è bello sentire di poter fare qualcosa di utile con i nuovi media, godiamoci questi cinque minuti in cui coccolarci nella sensazione che la correttezza abbia fatto il suo corso.

Ora però vi chiedo subito attenzione su una nuova emergenza. Mentre cercavo i link per questo post mi è caduto l'occhio su questa notizia, che racconta che la Banca Dati per le Adozioni ancora non è operativa con una conseguenza incredibile (considerando le attese per le famiglie che desiderano adottare, le tortuose strade che sembrano calvari di alcune famiglie).
Ci sono 1900 bambini italiani o nati in Italia che potrebbero essere adottati se la burocrazia non bloccasse tutto da anni. Per loro ogni giorno in più di attesa è un giorno in meno di vita in una famiglia, per la burocrazia sono solo numeri. (...) Il 59% si trovano in una comunità, il 41% in affidamento familiare. Tutti dovrebbero invece da tempo avere una famiglia e invece più della metà si trovano in questa condizione da oltre due anni. 
E' incredibile, inamissibile, allucinante...

Googlando arrivo ad un sito che si occupa di adozioni, Ai.Bi., e leggo un intervento più tecnico, capendo meglio di quali problemi burocratici si tratti:

Su questo problema Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., ricorda:  «Una soluzione ci sarebbe già. E si chiama ‘banca dati dei minori adottabili’, istituita con un decreto del Ministero della Giustizia, emesso il 15 febbraio 2013, dopo dieci anni di attesa. Peccato che a distanza di oltre un anno la banca dati funzioni a macchia di leopardo: ad oggi non tutti i Tribunali per i Minorenni l’hanno resa operativa. Senza dimenticare un limite strutturale del sistema affido/adozione. Gli enti autorizzati non hanno la possibilità di incrociare i dati delle famiglie disponibili all’adozione, con i bambini effettivamente adottabili. Mentre con un loro intervento, in un lasso di tempo ragionevolmente breve, la maggior parte di quei minori adottabili troverebbe la propria famiglia.» (fonte)

- Accidenti, ma è mai possibile? mi domando.
Poi sullo stesso sito filtro le notizie per argomento e leggo che qualcosa di muove:

A partire dall’esperienza della rubrica più seguita di AiBiNews, “Figli in Attesa”, (1.162 visualizzazioni uniche di pagina quotidiane, 7.463 settimanali e 33.151 mensili*), per trovare famiglia a minori attraverso l’adozione internazionale, Amici dei Bambini ha proposto ai 27 Tribunali per i minorenni italiani la realizzazione di un’analoga rubrica per le adozioni nazionali.  Usando così la testata registrata AiBiNews come megafono per appelli e comunicazioni dei Tribunali per favorire l’adozione nazionale di minori abbandonati e realizzare il meraviglioso incontro, quello di un minore abbandonato con i suoi nuovi mamma e papà. Una disponibilità accolta positivamente dai Tribunali per i Minorenni di Milano e Campobasso.
(fonte)
*interesse evidentemente c'è...


Linkatemi nei commenti eventuali altri riscontri ed iniziative se ne siete a conoscenza.

Lo so, siamo in estate, ritmi lenti e tutto, qui pure, ma se fosse uno di quei casi in cui attirare l'attenzione su un problema attiva azioni risultive, non sarebbe stupendo pensare a un migliaio di bambini che passano l'estate con delle famiglie anzichè in un istituto? :) Perlomeno proviamoci: parliamone, magari altre associazioni già strutturate e gruppi di genitori adottivi in attesa si muoveranno.


lunedì 23 giugno 2014

La forza delle parole.

Sono silente, ma leggo (anche se commento di rado e quindi nessuno di voi se ne accorge).
Questa mattina (nel momento tutto mio tra l'alba e l'inizio attivo della giornata, quando, dopo aver salutato il marito, che parte sempre per qualche trasferta più o meno lontana, mi concedo qualche minuto per vedere che accade nel mondo web) ho incrociato due post, diametralmente opposti.

Silvia faceva notare che nessuna delle ragazze nigeriane rapite è stata portata indietro. Tutto tace, probabilmente quindi l'epilogo sarà quello più triste che tutti ci immaginiamo, purtroppo. 

Come accade con i bimbi oggetto di turismo sessuale, faceva notare Carla, e altre brutture, realtà, di cui nemmeno si parla.
In questo caso si sono spese tante parole, si sono impegnati personaggi pubblici e persone comuni, ma tutte sono cadute nel vuoto.
Si poteva fare di più? Me lo sono chiesto, non ho risposte.

E che succederà a Meriam? La donna cristiana condannata a morte in Sudan per apostasia? Serviranno gli appelli a salvarla e liberare lei e i suoi due bambini (se non avete seguito gli aggiornamenti, la poveretta è stata costretta a partorire in cella, con le mani ammanettate e il suo primogenitori accanto, a inizio mese hanno detto che l'avrebbero liberata ma tutto tace...)?
E che succederà a Razieh, la sposa bambina che dopo anni di violenze ha ucciso il marito? Un'altra sposa bambina che si era ribellata ed era stata oggetto di attenzione dei media è stata arrestata e uccisa comunque.
E quanti altri casi non arrivano nemmeno alla nostra attenzione?


Daniela denunciava un triste caso di disinformazione, e ignoranza, linkando un sito pieno di inesattezze e parole che possono ferire, molto.
Quella che una mia amica chiama "la blogosfera buona", quella che si attiva subito quando serve, è partita in quarta, Claudia ha chiamato a raccolta le amiche blogger e tra queste ha risposto anche Mammafelice, che ha modi gentili ma efficaci (ecco, io twitter proprio non lo amo, ma in mani esperte è davvero uno strumento potente!), ed un seguito tale da ottenere risposte immediate.
Risultato? chi ha pubblicato l'articolo ha promesso di contattatere l'editore che lo aveva firmato, a noi sarebbe piaciuto di più che lo avesse rimosso subito, e magari riscritto con l'aiuto di Daniela, di Barbara, delle tante mamme competenti in materia, ma è un ottimo segnale. E noi siamo qui, non ci dimenticheremo di questa promessa e torneremo a controllare se è stata mantenuta (io un numero decisamente più basso di lettori, ma un'ottima memoria ;) ).
Silvia suggeriva di scrivere agli sponsor della testata. Faremo anche questo.

(aggiornamenti: Silvia, come potete leggere nei commenti ha anche ottenuto una risposta, molto bene!)

Intanto firmiamo questa petizione, chiediamo che nei testi scientifici e divulgativi vengano corrette le inesattezze a proposito della Sindrome di Down:
La sindrome di Down NON E’ UNA MALATTIA, ma una CONDIZIONE GENETICA. Aggiornate i libri di testo scolastici e universitari. L’uso corretto delle parole a volte può cambiare la vita delle persone!

Facciamoci sentire quando leggiamo qualcosa che non ci torna, a volte funziona.

Buone giornate estive, lievi ma attive.




 


mercoledì 18 giugno 2014

Libri per superare gli stereotipi, libri per allargare gli orizzonti, libri all'arrembaggio! :)

Non sto più nella pelle, ci sono alcune cose di cui vorrei parlarvi, ma son troppe e ancora voglio (posso) stare poco al web, così per oggi ne scelgo giusto un paio, dal mio punto di vista legate da un fil rouge.

Parto dalla piega presa da un caso di cronaca a dir poco vergognoso con un finale a sorpresa decisamente positivo e interessante per tutti: un bimbo con sindrome di Down escluso da un centro estivo, per timore che i genitori degli altri bambini ne fossero infastiditi e iscrivessero altrove i figli. MA STIAMO SCHERZANDO??? - non amo *urlare*, né la punteggiatura enfatica, ma qui ci vuole!-, ho pensato quando ho letto la notizia. Purtroppo no, c'è gente che è a disagio con le differenze, molto probabilmente perché non ha mai avuto modo di confrontarsi serenamente con chi ne è portatore (sano! ricordiamo sempre che nessuna differenza è contagiosa, solo i più accorti sanno come farsene contagiare, semmai ;) ), ed evidentemente c'è chi tradisce il proprio ruolo educativo e perde un'occasione per mostrare quanto siano fonte di ricchezza, in tutta serenità.

La spiacevole esperienza di questa famiglia ha però portato alla mobilitazione sui social (tanta), solidarietà arrivata da più parti, soprattutto AIPD Roma si è mossa subito aiutando a trovare il centro estivo più accogliente e promuovendo la cultura della meritocrazia:
 "Per evitare ad altre famiglie analoghi episodi suggeriamo di  consultare la mappa delle risorse presenti nel nostro sito in modo da orientare la scelta verso realtà positive. Allo stesso modo inseriremo tra gli esempi negativi la struttura protagonista della vicenda."

E che c'entrano i libri?

mercoledì 4 giugno 2014

cambio di stagione, e saluti.

Nelle ultime settimane ho corso, corso, corso; incastrato impegni, deciso che farò nei prossimi mesi, e forse anni. Poi come al solito tutto è da rivedere, e soprattutto da incastrare con il lavoro di A, che spesso tiene in scacco tutti e tre, e quindi, al solito, vivremo alla giornata.

In questi mesi di grande lavoro mentale (!) il blog è rimasto spesso silente.
Sono riuscita anche a legger poco voi, e me ne dispiace molto.

Quello che sto scrivendo è un arrivederci.
O forse un cambio di rotta momentaneo.

Vanno in vacanza gli appuntamenti fissi: le ricette per Salutiamoci - un progetto che va in pausa fino a DDD per deciderne il futuro, è un momento di cambiamenti per tanti -, le ricette dei lunedì 100% vegetali - che invece continua! - le ricette per rubriche e raccolte altrui, più in generale ogni post che richieda grande attenzione, perché so che sarà dedicata ad altro nei prossimi mesi.

Anche le mie collaborazioni vanno in pausa: paradossalmente ora che avevo tanti luoghi pronti ad ospitare le mie parole ho meno tempo e meno energie per scriverne, ne riparliamo a ottobre.

Ho dovuto rinunciare a molti VdL e temo riaccadrà, sempre quando saprò di non poter fare il giro degli altri partecipanti: imbastire qualche consiglio di lettura al volo non richiede grande impegno, anche se un post scritto in fretta mi da meno soddisfazione, ma è la rete tra i partecipanti a rendere questa iniziativa speciale. Vorrei riprendere a leggere, seriamente, anche un libro a fine settimana, e non solo di quelli svuotacervello, quindi scriverò meno.

Forse mi verrà voglia di scrivere d'altro, di viaggi, di esperienze, di estate, come faccio in questa stagione di solito, ma non so cosa riscirò a fare, qui voglio continuare a scrivere sempre con piacere e con grande energia e sento di aver bisogno di staccare un po'. :)

In questi ultimi giorni, che saranno molto pieni, di fine scuola per eSSe e della conclusione di altri impegni per me, si chiudono importanti cicli, è stato un anno - scolastico - molto intenso, speciale, pieno di novità, con tanti equilibri cambiati e che ci ha offerto uno sguardo più ampio. Un anno con un bilancio decisamente positivo ma che ci lascia con una ENORME voglia di vacanze! :) La mente è già proiettata verso questa dimensione idilliaca, che per noi si declina in modalità assolutamente poco pretenziosa con il poter esser tutti e tre insieme, senza impegni di sorta, ovunque, ma ovviamente meglio davanti a delle onde ;) o comunque lontani dal quotidiano.
Come sempre decideremo dove&quando all'ultimo momento!

Per ora abbiamo fatto un assaggio d'estate in una delle mia città del cuore (vediamo chi indovina, instagram potrebbe aiutarvi), dove abbiamo trascorso il ponte del 2 giugno ed il mio compleanno - Ah, come vorrei vivere al mare e in una metropoli così viva! :) -.

Di certo so che questo fine settimana andremo al matrimonio di una delle mie amiche più care, che si preannuncia pieno di sorprese e molto originale perché sono gli sposi ad esserlo, e poi, praticamente a seguire, una settimana in vacanza in un mare né lontano né vicinissimo ma decisamente azzurro - quando ho scelto il luogo che sarà la nostra base ho notato nelle facilities per i piccoli ospiti "biblioteca sulla spiaggia" e "un bosco a disposizione di piccoli esploratori" e l'indecisione si è sciolta -, il resto è in divenire... 

In genere in estate la blogosfera si spopola, quindi so che molti nemmeno noteranno la mia sparizione, però io son fatta così, mi sarei sentita in colpa a non salutare chi passa di qui con più costanza.

Non sapendo quando tornerò a scrivere la prossima volta e tanto meno quella dopo, vi auguro ora una buona estate rigenerante!

Con affetto, Cì.




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