martedì 25 settembre 2012

Diversa sensibilità

Oggi mentre guardavo i titoli dei giornali al volo, mi è caduto l'occhio su un articolo che racconta come le scuole non siano pronte per accogliere i disabili

"Pur essendo primi in Europa per l’integrazione scolastica, sta però attraversando una fase di sofferenza il diritto allo studio dei quasi 200mila alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane."
fonte
Siamo i primi della classe in teoria, sicuramente per l'ottimo lavoro di chi si sarà impegnato molto per arrivare a questo risultato, ma poi ci si scontra con la pratica e la realtà è che molti studenti disabili hanno serissimi problemi anche solo ad accedere alle strutture. A inizio anno scolastico è sconsolante.

Successivamente ho notato questa video inchiesta sulle strade di Milano viste da chi si muove in carrozzina.
Un disabile ha accompagnato un giornalista in un tour che evidenzia come da un lato marciapiedi e parcheggi non siano sempre accessibili, dall'atro come spesso questi ultimi siano occupati da non aventi diritto, sottolineando che molto comunemente macchine e motocicli parcheggino sulle strisce gialle accanto al parcheggio disabili, non calcolando che servono al disabile per scendere con la carrozzina. Questo signore racconta che quando li intercetta e spiega c'è chi dice di non aver mai pensato alla funzione di quelle righe.


Se il primo articolo mi ha fatto rattristare, dalle istituzioni hai aspettative precise, questo video mi ha fatto pensare: chiunque abbia guidato a Milano sa che è problematico trovare parcheggio persino per uno scooter in certe zone, ma la voce narrante parlava di comportamento "illogico", che riguardava zone dove parcheggio ce ne è. Chiunque ci abbia lavorato sa che le persone sono stressate, perdono molte ore nel traffico, hanno vite fatte di incastri peggio del tetris a velocità massima, viaggiano spesso a cervello spento. Ok, mettiamolo in conto, io ho studiato e lavorato a Milano per anni, conosco il problema, quando mio marito lavora a Milano ci mette di più a rincasare e tornaa molto più nervoso di quando fa 400m in giornata, ma questo toglie del tutto la capacità di attenzione per quello che è fuori dal nostro (piccolo) mondo?

Mi piace pensare che nessuna delle persone sensibilizzate parcheggerà più sulle strisce. Non siamo bravi con le regole in Italia, ma nuocere sapendo di, negare un diritto per risparmiare 10 minuti, no. 

C'è un terzo episodio cui oggi ho ripensato. Sotto casa mia hanno di recente messo due archetti davanti all'ingresso pedonale, per garantire l'accesso a una persona con ridotta capacità motoria, dopo anni di richieste - e un costo per il condomionio di parecchie centinaia di euro! - perchè nella via non si arrivava pacificamente a concordare di non parcheggiare davanti - che a ben vedere sarebbe già vietato dal codice stradale, ma soprassediamo -. Con stupore vero ho assistito il giorno successivo alla loro comparsa al tentativo di parcheggiare una moto ESATTAMENTE TRA I DUE ARCHETTI! (!!!) Ero incredula, e guidata da sentimenti contrastanti sono intevenuta di impeto chiedendo subito di spostare il mezzo. La persona, un adulto, trasecolando mi ha chiesto perchè non potesse parcheggiare lì, davanti all'ingresso pedonale, in mezzo a due archetti, chè la moto ci stava giusta...
....
Dopo la mia spiegazione ha capito e nessuno ha più tentato tali acrobazie; ci parcheggiano regolarmente sul marciapiede, ma questa è un'altra storia...

Devo pensare che la gente è un po'... distratta? o superficiale?
Stiamo conducendo esistenze tanto complesse e piene che abbiamo perso il contatto con la realtà?

Una barriera è un dato, non è un'opinione.
Creare una barriera con le proprie azioni è un atto di volontà, che dovrebbe essere consapevole, ma per alcuni è opinabile.

Anche oggi mi sono scontrata con il limite di punti di vista diversi, diciamo così.

E' pacifico che non tutti possiamo essere al corrente di ogni cosa, ma quando l'informazione che ci manca ci raggiunge io mi aspetto che sia accolta, ne venga tenuto conto, magari venga anche condivisa. Invece le reazioni non sempre sono quelle che mi aspetto.

Avrò una diversa sensibilità, sarò mancante di ironia come mi hanno detto oggi, ma quando vedo certe cose non solo non mi piacciano ma mi sentirei incoerente non dicendo perchè non trovo giusto qualcosa.

A me piacerebbe che tutti avessimo voglia di andare sempre oltre la superficie delle cose e che ci ponessimo in ascolto, per imparare ciascuno qualcosa dal/dell'altro. Sono felicissima quando qualcuno invita me a farlo, mi offre un punto di vista diverso con la voglia di confrontarsi - non di scontrarsi - .

E' vero, il politically correct è spesso ipocrita, ma sta a noi non esserlo.

E' eclatante il fatto che ci sia più clamore per il caso Green Hill che per quanto accade in Siria, e per chi ne fosse indignato, vorrei suggerire una contromisura più virtuosa di accusare gli animalisti, iniziando a condividere o scrivere articoli, anzichè criticare quelli degli altri.
Possiamo ringraziare i media che ignorano certi temi, ma va detto che rispondono al mercato: l'utente medio è pigro e poco impegnato.
 I veri colpevoli però siamo ancora noi, comunità fatta di persone che si muovono pigramente nella scia degli altri o non fanno quel passetto in più perchè "è una battaglia persa", "ho i casi miei cui pensare", "non penso si possa cavar sangue dalle rape".

E' una questione di scelte come quasi sempre: cosa e chi leggere, essere assertivi o meno, confrontarsi o meno, condividere ed informare o meno, tener conto delle informazioni che ci arrivano o scambiamo.

Come scrisse Barbara in ben due occasioni, leviamoci tutti i sassolini dalle scarpe e facciamo con passione quello che sappiamo fare, anche se ci sembra poco e piccola cosa. 

Lei ha scritto:
Credo che alla base di una sana e consapevole convivenza sociale stia il RISPETTO.
Non basta però abbracciare questo principio e viverlo fra le mura domestiche e nel proprio piccolo mondo; c'è il dovere morale di testimoniare con i fatti e di vigilare che questo rispetto venga accordato a tutti, a normali e a diversi.
Mi sono posta due semplici domande:
  1. Da cosa posso cominciare a testimoniare con i fatti la mia convinzione che serve più rispetto per tutti?
  2. In cosa riesco bene?
La mia risposta è che c'è solo una cosa in cui riesco bene: sono attenta alle piccole cose, nel notarle e nel gioirne, nel cercarne e nel farne.
fonte

purtroppo io non posso copiare la frase che segue ;) ma ci lavoro... devo ricordarmi di mettere tanti tanti emoticon quando commento in giro... anche se io resto "quella seria" -critica ricorrente -, mi spiace non sono brava a raccontare barzellette.



L'articolo di Barbara indica un modo concreto per agire, io non sono così organizzata - Barbara i bigliettini li ho sempre scritti al momento ;) - ma in genere l'istinto mi guida a fare piuttosto che osservare, non che questo protegga da sbagli, anzi, ma mi fa dormire un po' meglio la notte.

Buona notte a tutti!



6 commenti:

  1. Talvolta mi chiedo se stia nella storia travagliata e divisa del nostro Paese la scarsa propensione al senso civico. Il vedere sempre solo il "mio" senza pensare che "nostro" è meglio. Io non comprendo come le persone che fanno fare i bisogni ai cani sotto casa senza raccoglierli, non capiscano che i loro stessi figli protrebbero pestarli passando sul marciapiede il giorno dopo.
    E sono anni che mi chiedo perchè i bambini a scuola, oltre che religione, non possano avere qualche ora di vera "educazione civica", magari si riuscirebbe a sradicare ciò che molti degli adulti che vedo attorno a me dimostrano: indifferenza!
    Io ci provo con mio figlio, tantissimo, spero che non smetta mai di guardarsi attorno, spero che il suo concetto di libertà non finisca con la lunghezza delle sue braccia.
    Grazie Cì.

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    1. Sì, anche io penso che un'ora di educazione civica, magari corredata da azioni concrete, adesione a campagne, gite didattico-istruttive (ma per davvero), sarebbe utile.
      Io me le ricordo le ore di educazione civica, sai?
      E anche l'esempio dei miei, sicuramente tuo figlio ricorderà cosa vive, cosa gli trasmettete.

      Ogni volta che rientro dall'estero certe cose, in particolare il comportamento italicoa da furbetti, mi fanno stare male, ho un post in bozze che forse pubblicherò prima o poi.

      Grazie Marzia, e grazie per i link che avevi postato da te sulla Siria.

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  2. Gli altri siamo noi. Ma poi c'è ne dimentichiamo e non ci pensiamo.
    Quante cose vanno migliorate.... Il pensiero di tanti bambini che iniziano la scuola senza gli insegnanti di sostegno, senza gli operatori, che quindi non vengono rispettati nei loro diritti mi fa infuriare.
    Reagisco facendo nel mio tutto quello che posso, il niente che posso io. Grazie di avermelo ricordato oggi, perché ne avevo bisogno. Tendo a dimenticarmi che quel niente é già qualcosa.
    Ps. Il biglietto é ancora nel portafoglio. Non l'ho ancora usato. Ma vigilo ;)

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    1. Vero.
      Per la scuola io sento tristezza perchè quello dei bimbi con necessità speciali è solo la cima dell'iceberg, tutta la scuola necessità di maggiore attenzione, investimenti, cura.
      Mia nonna pavese diceva: tanti poco fanno un assai... :)
      re-ps: in macchina ho un blocchetto che uso principalmente per quello, in tanti anni sono passata da "Lei è un cafone!" (ai tempi del liceo ero veramente incazzata per queste cose, ma insultare anche elegantemente non è mai corretto) a frasi più soft, la tua non l'ho ancora usata, l'ultima volta ho fatto a voce beccando esattamente mentre parcheggiva il reo-ignaro (!) ma anche io vigilo ... ;)

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  3. Al Museo del Bottone vi sono due cartelli ben evidenti prima di entrare:
    < LA PAROLA E' D' ARGENTO, IL SILENZIO E' D' ORO, L' EDUCAZIONE E' CIVILTA' >
    L' altra " L’Italia è attraversata da una grande emergenza. Non è innanzi tutto quella politica e neppure quella economica, ma qualcosa da cui dipendono anche la politica e l’economia: Si chiama “ educazione “. Riguarda ciascuno di noi, ad ogni età, perché attraverso l’educazione si costruisce la persona, quindi la società”. Copiata da un manifesto primavera 2006.
    A volte dico quando le cose erano ognuna al suo posto.

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    1. Caro Giorgio, grazie del commento, sono due belle frasi.
      L'educazione è importante, molti di noi sono genitori di bimbi piccoli, abbiamo una bella responsabilità: dobbiamo dare un buon esempio.

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