martedì 31 gennaio 2012

Hummus di okara con insalatina croccante di stagione

La settimana scorsa vi ho presentato un cous cous tradizionale con cavolo crauto rosso e broccoli e anche un cous cous crudista al cavolfiore, oggi vi presento un piatto abbinabile ad ognuno delle proposte precedenti, come antipasto o secondo, ma anche perfetto come piatto unico per un pasto leggero ma completo.

Crostone con hummus di okara al cavolo crauto rosso e insalatina invernale croccante con vedure di stagione.



Di hummus ho già parlato molte volte, vi rimando al post il cui se ne spiega l'abc (Hummus) e ad alcune versioni base (Hummus in 3 versioni)

Oggi vi racconto come utilizzo l'okara, scarto, si fa per dire, del latte di soia autoprodotto, ricchissima di proteine, si presta a moltissimi utilizzi (per esempio questo).
E se non fate il latte di soia in casa? Questa ricetta è nata dalla necessità di utilizzare l'okara, ma andate avanti a leggere: potrete fare un hummus buonissimo anche senza, sarà un po' meno proteico ma ugualmente gustoso, sicuramente più delicato.


lunedì 30 gennaio 2012

Tramonto al Vigeland park di Oslo

Viaggio nel tempo.
Fine Gennaio 2007, Oslo, un gruppo di ex compagni di scuola, l'ultima gita tutti insieme ricordandone un'altra fatta 15 anni prima, l'ultima senza figli...

Non è la mia prima volta ad Oslo ma è la prima in inverno, sembra di essere in una città diversa, la neve ammanta di magia questi paesaggi silenziosi.
A. ed io ci ritagliamo il tempo per una visita solo noi al Vigeland park, che prende il nome dall'artista che passo gli ultimi anni della sua vita a scolpire le particolari statue che lo popolano.
Il cielo offre i suoi colori più magici, sfumature appena accennate dall'azzurro al rosa, nei toni caldi che descrivono il freddo di quelle latitudini.




Figure umane in movimento o in attimi di quiete, uomini, donne, bambini, individui soli o in coppia, o famiglie intere, a raffiguarare la vita in ogni suo momento. Corpi che sembrano vivi, corpi che danzano, che esplorano il mondo, che celebrano la vita, abbracciati, aggrovigliati, in tensione verso il cielo.



Verrebbe voglia di andare a sedersi su quella panchina fredda, per fermarsi a lungo e godere lo spettacolo del tramonto che colora la neve d'oro, ma il pensiero è fugace e sottile come gli ultimi raggi del sole.


Scattiamo le ultime fotografie e godiamo della vista più suggestiva della città, che ricorderemo in questo modo, come ricorderemo questo momento delle nostre vite, così speciale, come tutti quelli che precedono una grande svolta, e riprendiamo il nostro viaggio...





sabato 28 gennaio 2012

Fontane e giochi nel parco di Los Gatos

Ciao Marica,
quando ho letto il tuo post si è aperto il cassetto dei ricordi felici e sono corsa a cercare tra vecchie foto e video...
Ora che ho trovato qualcosa (non pubblico mai foto della mia bimba sul blog e purtroppo c'è poco senza ;) ) posso dirti come funziona dove siamo state per un paio di trasferte al seguito di mio marito.


Los Gatos è un piccolo centro, sempre in California, tra la Napa Valley, la silicon Valley e San Francisco assolutamente poco americano, ci sono persino corsi con negozietti come in Europa, a piedi puoi spostarti agevolemtne per tutta la città e quando cammini per strada la polizia e i vigili del fuoco si fermano per salutarti quando vedon che hai un bimbo piccolo in braccio e fanno andare le luci per divertirlo... Roba da libro di favole! Non è l'America che avevo conosciuto in altre occasioni, o quella che ritrovi semplicemente andando a San Josè, che è la città grande più vicina, ma non divaghiamo.

venerdì 27 gennaio 2012

Libri: l'albero di Anne, per aiutarci a ricordare

Cari amici del Venerdi del libro
c'è un libro che non ho ancora acquistato per noi, ma ho già regalato un paio di volte. E' un libro per bambini più grandi della mia eSSe, è indicato dai 9 in su, ma io lo trovo così bello e importante che ho deciso di parlarvene, proprio oggi, anche se ho avuto solo modo di leggere la generossissima anteprima che l'editore ha messo a disposizione.

Si tratta de L'albero di Anne, una ragazzina che conosciamo tutti perché ha scritto un importante diario. L'autrice è Irène Cohen-Janca.
Le illustrazioni sono di Maurizio A. C. Quarello che ho già avuto modo di apprezzare. Vi segnalo che è pubblicato anche in francese.

Un ippocastano, ammalato, temendo l'avvicinarsi del suo abbattimento decide di raccontare una storia preziosa, quella di una ragazzina che lo ha osservato da una finestra di Amsterdam per un lungo periodo... 

“Nelle città di rumore e polvere io sono quello che per primo annuncia la primavera. In aprile si schiudono le gemme e con lo stesso slancio sbocciano i miei fiori e le mie foglie. Io sono un ippocastano.” Un vecchio ippocastano, nel cortile di una casa alle spalle di uno dei tanti canali di Amsterdam. Ho più di cento anni, e sotto la corteccia migliaia di ricordi. Ma è di una ragazzina -Anne il suo nome- il ricordo più vivo. Aveva tredici anni, ma non scendeva mai in cortile a giocare. La intravedevo appena, dietro il lucernario della soffitta del palazzo di fronte. Curva a scrivere fitto fitto, quando alzava gli occhi il suo sguardo spaziava l’orizzonte. A volte però si fermava sui miei rami, scintillanti di pioggia in autunno, rigogliosi di foglie e fiori in primavera. E vedevo il suo sorriso. Luminoso come uno squarcio di luce e speranza in quegli anni tetri e bui della guerra. Fino a quando, un giorno d’estate, un gruppo di soldati -grandi elmetti e mitra in pugno- la portò via. Per sempre. Dicono che sotto la mia corteccia, insieme con i ricordi, si siano intrufolati funghi e parassiti. E che forse non ce la farò. Sì, sono preoccupato per le mie foglie, per il mio tronco, per le mie radici. Ma i parassiti più pericolosi sono i tarli, i tarli della memoria. Quelli che vorrebbero intaccare, fino a negarlo, il ricordo di Anne Frank.
(la quarta di copertina, dalla scheda ufficiale di Orecchio Acerbo)

Un modo originale per raccontare una storia nota, perché nessuno dimentichi e nessuna differenza (non importa quale) porti più a guerre e sofferenze.


E a proposito della gestione dei Territori, un libro che mi ha molto toccato e fatto riflettere.

Edit: ho appena trovato questa pagina, ve ne consiglio la visione (senza bambini vicini)


Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui
 potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea, l'elenco dei blog che aderiscono all'iniziativa e le istruzioni per partecipare.
E non dimenticate la biblioteca su aNobii dei VdL! 


I partecipanti di questa settimana sono:
 

giovedì 26 gennaio 2012

Calvofiore raw: cous cous e insalata invernali

Quello che apprezzo sempre più della blogosfera è che è piena di stimoli.
In questi giorni non riesco a stare dietro a tutte le cose che vorrei pubblicare, perchè ogni giorno mi viene in mente una nuova idea e ho tantissime bozze iniziate!

Oggi vi propongo due ricette crudiste, sto cercando di ampliare il nostro consumo di cibi vegetali crudi e quindi sto sperimentando molto.
Un mio contatto di facebook tempo fa aveva postato la ricetta del cous cous crudista. La cosa mi aveva incuriosito, ma poi è finita nel dimenticatoio, finchè Monica non ha risvegliato in me la voglia di provarla. Per affinità di cucine e scelte alimentari Michela ha pubblicato una ricetta molto simile a quella che mentalmente stavo elaborando proprio ieri! :) Questo mi ha stimolata a esperimenti più fantasiosi... ringrazio quindi entrambe :)

Ecco i risultati:



mercoledì 25 gennaio 2012

Sapori d'India, mukhwas homemade

Di questo post sono debitrice a Stima, lei raccontava dei negozietti etnici di una Milano che non frequento da troppo, non "on the road", alla scoperta delle nuove botteghe che quando ci lavoravo corteggiavo in pausa pranzo, e io viaggiavo per l'India... viaggi di emozioni e ricordi lontani.

Conservo i ricordi di viaggio,  mio o di amici generosi viaggiatori, in un armadietto in cucina: barattoli e barattoli di spezie. Anche solo annusarle mi ricorda un momento o un luogo che ho amato o di cui mi hanno fatto sognare.

C'è una piacevole usanza dell'India che ha creato in me dipendenza: masticare dei semi di erbe digestive zuccherate a fine pasto.


La cultura della differenza

Differenza.

Il tema mi è caro, ne ho parlato in alcuni post (partite dall'ultimo, in ognuno è preso in considerazione un modo diverso di sentire e vivere le differenze). Per esempio, ma non solo: Differenze che spaventano, differenze che creano distanza, differenze incomprese, differenze che portano a percorrere coraggiosamente strade meno battute in cerca della propria identità.
Un po' per motivi di studio, molto per i casi della vita, ho imparato ad osservare il mondo che ci circonda, cercando strumenti per interpretarlo.

Ho assistito con interesse al dibattito su una pubblicità (Barbara e Jessica hanno raccolto tutti i contributi per chi li avesse persi), questa:


Cosa ci vedo io?
Bambini sorridenti. Bambini, tutti diversi, tutti gioiosi, come sono i bambini. Tutti, punto!

lunedì 23 gennaio 2012

Piatto unico colorato per un pasto leggero e completo

Voglia di qualcosa di buono (e bello da vedere)?
Voglia di perdere qualche kg mangiando sano?
E' possibile assecondare ognuna di queste due voglie anche con l'esigenza di cucinare in tempi rapidi, magari verdura di stagione a pochi chilometri?

Sì!
Ecco una proposta, un bel piatto fumante leggero e colorato (se mi seguite da un po' saprete come la penso sul cibo colorato: per prima cosa si mangia con gli occhi!):



domenica 22 gennaio 2012

Iniziamo con un sorriso (colazione allegra)

Buongiorno!
Ieri qui c'era bisogno di sorrisi extra - eSSe è malata - e mentre facevo un dolce, con la frutta che avrei usato ho composto un piattino spiritoso:



sabato 21 gennaio 2012

Versatile blogger... e dintorni

Oggi ho ricevuto da Monica (edit: e successivamente da Tamara e Smile1510  e mamme fai da te) il premio The versatile blogger
 


Le regole da seguire dopo l'assegnazione del premio sono le seguenti:

  • Ringraziare la persona che vi ha nominato e mettere il link del suo blog
  • Condividere 7 fatti/cose/notizie su di voi
  • Assegnare il premio ad altri 15 bloggers che ritenete abbiano un blog interessante (o che apprezzate particolarmente) e fargli sapere che hanno vinto
Ringrazio di cuore Monica, che come detto tante volte, è una delle mamme CreAttive che mi hanno fatto compagnia in questi mesi di lavoretti e segnalazioni di progetti socialmente utili e tanto importanti anche per appagare il nostro bisogno di concretezza. Nei mesi è con Claudia diventata un'amica ed è sempre bello leggere una sua email e confrontarsi su tante cose.
Spesso si dice che le amicizie di web siano virtuali come lo stesso medium, invece per mia esperienza non è così. O meglio vedo poche differenze con quelle reali: alcune sono profonde e sopravvivono al tempo e ai cambiamenti, altre sono come quelle "da palestra", finita un'esperienza che accomuna non ci si sente più... In passato ci ho molto sofferto, perchè persone cui ero molto legata, così credevo, sono sparite quando abbiamo smesso di frequentarci, ma poi ho capito che non di amicizia si trattava, ma di pura condivisione di esperienze, e una differenza profonda c'è, oggi lo so.
Sette cose su di me... 

1) in crescita, in cammino, mai ferma;
2) la sola idea di fermarmi mi spaventa;
3) forse anche per questo sto bene quando ci sono novità, cambiamenti, migrazioni temporanee della famiglia intera, per converso non mi trovo bene nelle situazioni statiche o dove ho poco controllo degli eventi. Maniaca del controllo? a volte, ma ci sto lavorando;
4) curiosa;
5) amo approfondire, a volte però questo diventa un limite;
6) mi impegno ad essere ottimista e pensare positivo: farlo è una buona strategia sempre;
7) consapevole di avere tantissimo da imparare e in cui migliorarmi.
Per la terza regola vi rimando a questo post che sto meditando di ...approfondire... se lo faccio capirete!
Buona notte a tutti!
 

And the winner is...

Oggi (ieri per voi che leggete), ho pazientemente e con soddisfazione trascritto i nomi dei tanti (per me sono tanti!) partecipanti al mio primo Giveaway, ne ho fatto striscioline, li ho piegati piccoli piccoli e messi un cappello, eSSe ha poi gentilmente estratto un bigliettino. Confesso che sono stata proprio contenta della scelta della dea bendata per mano della mia dolce principessa, ammalata in questi giorni, perché mi fa piacere che il regalo, che nel mio intento voleva essere un ringraziamento per il supporto, vada proprio a una "collega di blog", una persona che seguo e che mi segue da più tempo :-)

D'altro canto sono davvero molto contenta di avere nuovi lettori.
Ultimamente ho un po' più pubblico, più visite oltre che più "fan" e followers. Non so bene se sia perchè ho rotto gli indugi e iniziato a scrivere post più vari, ampliando gli argomenti che tratto, o per alcuni interventi più impegnativi, più maturi - a scrivere si impara scrivendo -; sicuramente ha aiutato la pubblicità di chi mi ha linkato per via di questo giveaway, per cui un grazie immenso a chi ha partecipato e soprattutto ha fatto conoscere il mondo di Cì a qualcuno dei suoi contatti.

Ed ora, sveliamo il nome del vincitore, anzi vincitrice (scusate per la qualità delle foto pessima ma ho fotografato e caricato al volo dal cellulare):



La piega del foglietto non lascia leggere bene tutte le lettere, ma intuirete che si tratta di... Owl!
Carissima, contattami che ti spedisco il libro appena possibile!
Hai visto che il venerdì nero si è tinto d'oro?


Spero ti piacerà questo piccolo ringraziamento e ti porti lontana con la testa! :)

Buon fine settimana a tutti!


venerdì 20 gennaio 2012

Libri: raccolte di ...noccioline.


Cari amici del Venerdì del libro,
oggi ho voluto lasciar decidere al caso: con poco tempo e poca concentrazinoe giravo per la stanza in cerca di un'ispirazione e mi è caduto l'occhio su 
"Adoro ricevere regali" una raccolta di strisce dei Peanuts, pubblicata in occasione dei 60 anni dalla nascita di Charlie Brown e amici, disegnati da Charles Schultz


I Peanuts sono sicuramente i miei fumetti preferiti, ne ho lette pagine e pagine e ancora oggi mi piace farlo. Da adolescente disegnavo Snoopy ovunque: sulla cartella, sulle cartellette per disegni, sui biglietti auguri... ho avuto subito feeling col bracchetto. 

La quarta di copertina di questo volume raccoglie note biografiche di ognuno dei protagonisti: ne scopriamo le date di nascita, dall'anno 50 in poi, e i tratti caratterisitici. 


Wikipedia, la cui protesta mi sento di avvallare, ci propone una ricchissima analisi: 

Peanuts è notevole per la sua abile critica sociale, specialmente se comparata con gli altri fumetti ad essa contemporanei negli anni cinquantae sessanta. Schulz non denuncia esplicitamente i problemi legati alla razza, al genere ed alla disuguaglianza sociale ma li rende evidenti ad esempio nel disegnare un personaggio come Piperita Patty, la cui abilità atletica e la cui forza di carattere sono date per scontate, stridente con l'immagine delle ragazze veicolata dai media dell'epoca.

Schulz riuscì ad essere pungente con ogni tema che scelse. Nel corso degli anni spaziò su tutto, dalla guerra del Vietnam ai regolamenti sull'abbigliamento scolastico alla "nuova matematica". Una delle sue sequenze più premonitrici risale al 1963, quando inserì nel cast il personaggio di un bambino chiamato "5", le cui sorelle si chiamano "3" e "4", il cui padre ha cambiato il cognome della famiglia nel proprio codice postale per protestare su come i numeri vadano a sostituirsi alle identità delle persone. Un'altra sequenza critica l'ossessivo voler organizzare i giochi dei bambini, quando tutti i bambini del cast aderiscono a squadre organizzate per la realizzazione competitiva di pupazzi di neve e criticano Charlie Brown per il suo insistere a voler fare il proprio pupazzo di neve da solo, senza squadre e allenatori.

I Peanuts sono morti con il loro ideatore, ma rimarranno vivi per sempre nei cuori di molti, tra cui il mio. 
Schultz si accomiatò dai fan, per tramite di Snoopy e la sua macchina da scrivere, alla fine del 1999, pochissimi mesi prima di morire (sempre da wikipedia):



"Cari amici, ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi 50 anni. È stata la realizzazione di tutte la ambizioni della mia infanzia. Sfortunatamente non sono più in grado di mantenere il ritmo di programmazione di una strip quotidiana. La mia famiglia non desidera che i Peanuts siano continuati da un altro, per cui vi annuncio il mio ritiro. In tutti questi anni sono stato riconoscente per la correttezza dei nostri editori e il meraviglioso sostegno e affetto espressomi dai fan del fumetto. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy... Non potro mai dimenticarli... Charles M. Schultz"


Vi lascio con la meravigliosa musica di Vince Guaraldi, compositore italo americano, che scrisse brani per gli speciali televisivi dedicati ai Peanuts e fece amare il jazz ai piccoli americani degli anni '60.







 (striscia proposta dal gruppo "Le migliori frasi dei Peanuts")




Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui
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mercoledì 18 gennaio 2012

Pan di Spagna al cioccolato leggerissimo

Questa mattina ho iniziato a parlarvi degli ultimi dolci che ho fatto, partiamo dalla base.
Il pan di Spagna è sempre stato una sfida per me.
Lo volevo a lievitazione naturale e senza burro, ho sperimentato con lo yogurt, ho provato a diminuire e sostituire gli zuccheri, poi ho iniziato a diminuire le uova, poi le ho tolte proprio, insieme a ogni derivato animale!
Su alcune cose ho avuto soddisfazione, per altre ho ancora molto da imparare. 
Stupisce comunque tutti come venga oggi decisamente più morbido e soffice di un tempo.



Ecco la mia ricetta magica :)
Fatene buon uso: provatela e poi condividetela!

Dolci per le occasioni

Oggi è il compleanno di una mia amica non siamo abbastanza vicine perchè gliene possa fare una ;) ma una dedica sì: auguri!


Aspettavo l'occasione giusta per pubblicare i dolci che ho fatto per alcune feste e compleanni di recente, questa mi pare perfetta!

Ecco una carrellata:

martedì 17 gennaio 2012

(Im)perfezioni naturali 2

Cara Mannalisa,
ci ho preso gusto e continuo a trovare foto di (im)perfezioni.

(im)perfezioni


Eccone qualcuna:


In ordine di apparizione:
alghe giganti nel sud della California, vicino a Monterey*
il mare del canale di Mozambico (gita su una barca Vezo);
corteccia al Parco di Monza, Italia;
vegetazione sulle colline dell'isola di Porto Santo, Portogallo;
erba alta delle praterie africane, Madagascar;
muschio sugli altopiani orientali del Madagascar;
muschio (con grillo... o cavalletta?) sul Mortirolo, Italia;
cavallette nell'erba, Mortirolo, Italia
tronchi, Aprica, Italia
bosco, sopra Aprica, Italia
le meraviglie dell'autunno nel mio quartiere, Brianza, Italia
albero di caramelle, San Francisco, California, USA

Le altre mie (im)perfezioni sono qui

* foto aggiunta dopo la scadenza del concorso, ma era perfettamente imperfetta per questa sequenza per cui l'ho aggiunta postuma

venerdì 13 gennaio 2012

Libri: La scuola dei Barbapapà, e tanti spunti per noi adulti

Cari amici del VdL, compagni di letture meravigliose, chissà quanti bei libri sotto gli alberi di Natale o nelle calze della Befana delle vostre case...

Anche da noi sono arrivati molti libri, ma soprattutto in questi ultimi giorni eSSe ed io abbiamo potuto recuperare, dopo settimane con ritmi scombinati, il nostro specialissimo momento dedicato alla lettura, lei e io sole.
Da che ha la sua libreria personale nella sua cameretta, finalmente eSSe ha di nuovo a disposizione tutti i suoi libri, in una zona dedicata e alla sua altezza, proprio come la Cappuccetto Verde di Munari (omaggio dedicato alle "compagne munariane"). Anche durante i lavori in casa aveva uno dei ripiani più bassi di una delle librerie di casa tutto dedicato, ma risultava complicato prendere i libri dietro la prima fila e alcuni sono finiti nel dimenticatoio, ora invece è tutto è accessibile, ed è libera di esplorare e scegliere tra molti più titoli. 

Tra le scelte di queste ultime sere un libro che avevo suggerito a Babbo Natale lo scorso anno, devo dire che non me lo ricordavo così bello.

La scuola dei Barbapapà
Annette Tison, Talus Taylor

I Barbapapà sono simpatici ...tuberi? che molti di noi ricorderanno di aver amato nella loro infanzia.
A me piacciono molto, il messaggio delle storie di cui sono protagonisti è sempre positivo, il taglio degli episodi dei cartoni animati da 5 minuti è stato ideale perchè fossero per eSSe tra i primi che ha visto lo scorso anno.

In questo libro c'è un insieme di messaggi molto positivi e forti: un invito all'ascolto ed all'accoglienza di chi è in difficoltà e la salda certezza che un recupero delle situazioni più difficili sia sempre possibile, con l'approccio più adatto.

I gemelli - bambini umani affidati ai barbapapà - sono alle prese con il loro primo giorno a scuola. L'intera famiglia Barbapapà li accompagna, ma con sorpresa e preoccupazione trovano un maestro che scappa da una classe totalmente allo sbando. Alcuni bimbi si picchiano, altri fanno giochi pericolosi, altri ancora compiono atti vandalici. Fuori dalla scuola ci sono adulti arrabbiati e minacciosi.

"il maestro sembra avere qualche difficoltà... i bambini in effetti sono un po' vivaci...".

La situazione degenera e i bambini se la prendono anche con gli adulti. Deve essere grande il loro bisogno di attenzione ed ascolto se hanno scelto la strada della provocazione per ottenerlo. Ma la reazione è decisamente minacciosa: c'è chi assesta sculacciate davanti a tutti, chi promette punizioni terribili, chi minaccia l'uso della frusta una volta a casa (!), chi sogna per loro i lavori forzati.

I Barbapapà sono allarmati e sinceramente preoccupati, anche qualcuno dei genitori (persino qualche lettore...).

La scena cambia: Barbapapà propone di affidare alla sua famiglia tutti i bambini, aprirà una nuova scuola dove ad ogni bimbo verrà dedicata l'attenzione che richiede. Gli adulti sono scettici ma è chiaro che sono in difficoltà e quindi accettano. Ogni barbabebè condivide le sue passioni e conoscenze nella nuova scuola, e probabilmente anche la fiducia e libertà che ha permesso loro di farle esprimere, così nelle pagine seguenti vediamo la scuola che ogni genitore sogna: corsi di qualsiasi disciplina artistica, come di scienze, con esperienze pratiche nell'orto, e ovviamente anche lo studio delle materie classiche, con l'aiuto del maestro che trova ora un clima diverso dove insegnare. Il laboratorio d'arte di Barbabarba mi ha fatto pensare molto a quelli di Michele Cassou: chissà se questi autori si sono incrociati.

Riporto un interessante stralcio tratto da wikipedia
"Il fumetto di Barbapapà, considerato una delle prime opere portatrici di un messaggio ecologista, nacque dalla fantasia di due autori, l'architetto e designer francese Annette Tison e il professore di matematica e biologia americano Talus Taylor, marito e moglie, che all'epoca risiedevano a Parigi. La loro creazione - avvenuta piuttosto casualmente in un bistrò parigino - viene fatta risalire al 1969, ovvero sull'onda del maggio francese che scosse le coscienze giovanili di un'intera generazione."
Una storia ricca di fascino e stimoli importanti hanno prodotto contenuti di spessore per un soggetto, i Barbapapà, che piace a molti perchè trasmette solo valori positivi ed è rassicurante nel suo fermo convincimento che il bene trionfi sempre.

E' interessante proseguire nell'analisi di questo breve ma intenso libro per ragazzi (e genitori).
I bimbi saranno miracolosamente trasformati in scolari modello?

Il libro ci offre uno spaccato realista: i bambini hanno in loro ancora tante energie non canalizzate, che ancora hanno bisogno di sfogare, e ci sono momenti di crisi. Non sono bastate le attenzioni di una intera barbafamiglia a soddisfare quanto in loro non ha ancora ricevuto un adeguato ascolto, represso anzichè accolto per lungo tempo. I Barbapapà hanno però le idee chiare: occorre proporre soluzioni costruttive e nonviolente, e adottare strategie creative per fronteggiare le crisi. Barbaforte offre una valvola di sfogo insegnando loro alcune discipline sportive, tra cui il rugby, che si dice essere tra gli sport migliori sotto un profilo pedagogico, così quando sono surriscaldati gli animi si placano presto. C'è attenzione ad ogni piccolo dettaglio in questo libro e messaggi davvero profondi.

Il libro si chiude mostrandoci la festa di fine anno, con genitori armati solo di sorrisi e pronti a riscoprire i loro figli. Nessuno è più arrabbiato o nervoso, ogni bambino ha ricevuto attenzioni ed ascolto a sua misura per un intero anno scolastico. Genitori e autorità si complimentano con la famiglia Barbapapà, che augura a tutti buone vacanze.

Questo libro è ricchissimo di spunti, molti meriterebbero un approfondimento dedicato, per ora vorrei concentrarmi su quello che secondo me è centrale, la condanna netta alla cosìdetta violenza educativa, che a me sembra un ossimoro già nella definizione.

Certamente rappresentare i genitori con un forcone in mano offre un punto di vista che si avvale della satira, mostrando con un sorriso amaro la contraddizione di un rapporto d'amore che passa a vie di fatto poco amorevoli. Nella realtà accade che a volte siamo in difficoltà e non sempre siamo in grado di fronteggiare i piccoli momenti di crisi in maniera equilibrata e pacifica. L'interrogativo resta valido:

Può la violenza educare?
Ho sempre creduto che l'esempio sia lo strumento più forte che abbiamo come genitori, come educatori. E' una naturale inclinazione del bambino seguire gli adulti di riferimento e lo fanno sempre, nel bene e nel male. Ho già postato questo video, ma lo rifaccio oggi, perchè le immagini hanno più forza delle parole.  
Avvertenza: NON guardate questo video insieme ai vostri bambini, le immagini sono forti.




La violenza, anche a scopi educativi, in tutte le sue forme e sfumature (violenza fisica, verbale, psicologica) resta violenza.

Violenza insegna violenza, violenza genera violenza, violenza propone sempre un modello di prevaricazione dei più forti sui più deboli, violenza insegna che chi ama ci può anche ferire e non rispettare, violenza insegna disistima. Violenza genera insicurezze e semina disamore per se' stessi.

Non ci sono valori positivi nell'uso della violenza.

Chiaramente maltrattamenti e forme di violenza gravi e continuate hanno effetti più devastanti, sbriciolano l'autostima, distruggono le sicurezze degli individui e creano persone fragili, autolesioniste, o molto aggressive e violente. Tutti sanno che gli autori dei peggiori crimini, specialmente quelli contro i bambini, hanno sempre alle spalle infanzie piene di violenze e pressioni psicologiche, trovare questa correlazione non significa giustificarli - affatto! - ma solo cercare un bandolo alla matassa. Meno frequentemente si riflette sul fatto che disagi più intimi, come un cattivo rapporto col cibo che diventa malattia (anoressia e bulimia, per esempio), o l'uso di sostanze stupefacenti, possano arrivare da violenze (fisiche o più spesso psicologiche) subìte da piccoli.  Anche le forme più lievi però lasciano un segno, anche quando chi le esercita non è consapevole fino in fondo del fatto che, pur con le migliori intenzioni del mondo, o per ignoranza, o per debolezza, compie atti violenti, di cui il bambino conserva memoria. 

Sto dicendo che ogni sberla che si dà genera un potenziale criminale, o tossico, o persona affetta da pesanti deficit di autostima?
Sto dicendo che ogni sberla che si dà genera insicurezze, perchè non va a correggere un comportamento, come molti pensano, ma a seminare dubbi sulla persona, mina le sue sicurezze più intime (- ma se mi ama perchè mi picchia? lo farà perchè non mi ama abbastanza? sono sbagliato?), e insegna un rapporto di amore pieno di incoerenze, potenzialmente distruttivo.

E non è vero che la violenza in alcuni casi è l'unica scelta possibile, ne' è vero che ai metodi autoritari si opponga necessariamente un approccio lassista, che è parimenti violento se ci riflettiamo, perchè trasmette disinteresse, mancata presa in carico delle responsabilità degli adulti, e altri disvalori, e lascia il bambino solo e disperato ad affrontare il mondo.

E allora che resta?
Esistono tante vie nonviolente e responsabili - ognuno può elaborarne una propria - , che pongono al centro di tutto l'amore e il rispetto, tante strade fatte di scelte anche difficili ma percorribili da chiunque. I Barbapapà ci mostrano che bisogna avere le idee chiare ed essere fermi nei propri propositi, forti, attrezzati di strumenti come l'ascolto e l'empatia, capaci di inventiva e creatività per fronteggiare i momenti più critici.

No, non è facile come a dirsi nel quotidiano.
Spesso siamo soli, stanchi, stressati, e nessuno ci da l'empatia di cui abbiamo bisogno per primi quando è difficile darla. E' facile cedere alle scorciatoie... illudersi che funzioni, ma è un po' come quando prendiamo un antidolorifico per curare una brutta infiammazione. L'effetto dura pochissimo e ci verrà pure mal di stomaco o l'ulcera se ne abusiamo nel tempo.

Peccato che intorno a noi non ci sia una famiglia Barbapapà pronta a supportarci quando siamo in crisi, volenterosa di convincere con i fatti chi ancora non ci crede che un'educazione senza violenza è una scelta percorribile che porta ottimi risultati, anche se il percorso non è privo di momenti di difficoltà e bisogna avere a disposizione molte strategie (vi ho linkato uno dei miei approcci preferiti per costruirsi strategie), pronta ad accoglierci insieme ai nostri figli quando le nostre buone intenzioni vanno in cortocircuito. Dobbiamo trasformarci in Mary Poppins per supplire alla carenza di strumenti a volte, ma in fondo questa è una delle tante possibilità che i nostri figli ci donano, l'occasione per misurarci con i nostri limiti e crescere.

E se di sberle, o strattoni, o sculacciate, o altre forme evidenti o sottili di violenza ne abbiamo già somministrate, che si fa?
Una volta che si è insinuato il dubbio che la violenza, comunque declinata, sia un input negativo per i nostri bambini, si può lavorare su se stessi, si possono cercare strategie diverse. Ci si può sempre scusare: condividere che un comportamento è sbagliato è un segno di coraggio e responsabilità.

Ricordiamo quello che vale per i grandi, come per i piccoli: non è mai una persona ad essere sbagliata, ma solo un comportamento. Non siamo cattivi genitori se sbagliamo, ma facciamo i cattivi genitori quando non lo ammettiamo e non prendiamo in carico le nostre responsabilità di adulti.

Tanti input, troppi forse, è un tema molto delicato, mi fermo qui.

Qualcuno sarà dubbioso, scettico, preoccupato.

Vi invito allora a riflettere su un punto. Non passano certo le ansie e le preoccupazioni dei genitori che in tutta onestà sentono di fare bene a "contenere" i loro figli in modo autoritario. Passano invece i gesti, non certo amorevoli, e cattivi esempi. Che intendo?

Più di una volta ho visto genitori elargire scapaccioni per dividere bimbi che si picchiavano.
Ha senso?

Nei Paesi del Nord Europa dove la violenza educativa è vietata per legge ci sono i più bassi tassi di delinquenza e le migliori leggi al mondo a favore della tutela della famiglia. Significherà qualcosa.

Edit: oggi girando per blogs, ho rivisto da V1MB la campagna del Consiglio d'Europa, mi pare perfetto linkarla qui sotto. Rende benissimo l'idea di come possiamo usare meglio le nostre mani :)

Essere genitori positivi


Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui
potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea, l'elenco dei blog che aderiscono all'iniziativa e le istruzioni per partecipare.
E non dimenticate la nostra biblioteca su aNobii  

Approfitto per invitare tutti a partecipare al mio giveaway (c'è in palio un libro! o una sorpresa misteriosa se l'avete già letto)
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