venerdì 31 ottobre 2014

Libri: letture paurose per Halloween

Amiamo molto Halloween, per via dei nostri soggiorni americani che ci hanno fatto scoprire quanto può esser viva, colorata, e bimbi friendly questa festa, ma anche per averne scoperte origini europee e decisamente interessanti da raccontare ad un bambino.
Negli anni la festa che si fa nel palazzo, cresciuta con l'arrivo di nuovi bimbi di anno in anno, è diventata una tradizione: i piccoli trick-or-treaters quest'anno hanno un programma ricchissimo, che coinvoge praticamente tutte le famiglie! Ieri durante l'appuntamento in cui i bimbi si sono ritrovati per decorare insieme la scala, abbiamo affisso il programma-contratto per giovani coraggiosi ed è stato divertentissimo vedere le loro facce stupite. ;-)
E' un gruppetto ben assortito, dai 2 ai 12, le occasioni per frequentarsi sono poche, perché abbiamo scelto scuole diverse, gli impegni sono sempre tanti, e questo momento è molto sentito. La più grande ha addirittura rinunciato al cinema con le amiche per restare con noi e questa settimana abbiamo fatto il tetris per trovare un momento in cui ci fossero tutti per ritrovarsi a decorare: son soddisfazioni, ve lo confesso. 
Ognuno di noi offrirà qualcosa di diverso a questa decina di bimbi, c'è una mamma maestra che ha creato un lavoretto da assemblare nell'atrio che si formerà con i pezzi che i bimbi guadagneranno rispondendo a delle domande in ogni tappa/appartamento. Da noi, dopo una piccola introduzione sulla festa, la sua origine, il suo significato tradizionale e giocoso, per i nuovi partecipanti, ci saranno anche letture spaventose (ma solo un pochino).

Vi lascio le fotografie dei libri da cui sceglierò, perché purtroppo non avrò tempo di leggerli tutti, recuperati un po' nella nostra libreria infinita, un po' in biblioteca.







Di un paio, se riesco vi riparlerò, ora sarei frettolosa. Tutti comunque sono almeno carini, ho faticato per trovare questa selezione, soprattutto per quelli presi in biblioteca, perché ce ne erano tanti, ma molti non mi hanno proprio convinta. 


Avrei voluto fare una lettura anche a scuola da mia figlia, il MIUR lo suggeriva pure! Eppure pur essendoci mossi, come associazione genitori, addirittura la scorsa primavera per poter far entrare un gruppo di volontari lettori durante gli intervalli, ovviamente, non ce l'abbiamo ancora fatta per questioni burocratiche, ma non demorderemo. ;-) Spero di potervi riparlare di questo nostro progetto, prima o poi!
 
Ora scappo a cucinare qualche dolcetto, con la zucca ovviamente!
La casa è quasi pronta...



Buon Halloween e buon raccoglimento per le altre commemorazioni a seguire.

Con questo post partecipo al il venerdì del libro di Homemademamma.


lunedì 27 ottobre 2014

Cachi per dessert (o per merenda)

Cachi: c'è chi li ama e chi li odia.

A lungo non li ho amati, mi facevano impressione da bambina, per la loro consistenza gelatinosa e inafferrabile, benché facciano parte dei miei ricordi più belli: nella prima casa dei nonni materni che io ricordi ce n'era una bellissima pianta proprio vicino all'ingresso, e poi, dopo il loro trasloco, li avevo dimenticati.

E' stata mia figlia a farmeli riscoprire, a lei piacciono tanto!
I suoi preferiti sono i cacomela, ma da qualche anno quando è stagione io compro cassette intere della qualità più classica e poi mi invento modi nuovi per gustarli finché ce ne sono!

Oggi una ricetta che è così banale quanto buona:



Una terrina con un caco comune, ben maturo, sbucciato, incorniciato da fettine di caco mela anch'esso maturo, con una spolverata di cannella e scorzette di arancia dolci.
Una delizia semplice, non occorre ovviamente dolcificare, il caco maturo è già molto dolce, la cannella e la scorza d'arancia profumano d'autunno e danno quel tocco raffinato alla presentazione che permette di proporre questo fantastico frutto dolce come dessert o come merenda. Essenziale eppure molto ricco.

Nel mio caso le scorzette arrivano da una cara amica, che le ha preparate con il malto e tanto amore, ma mi rassicurava del fatto che siano molto semplici da replicare, le sue mani però sono dotate di superpoteri... :-)

Vi auguro un sereno lunedì!

Con questo breve post torno a partecipare alla Raccolta della Cucina della Capra, 100% vegetal monday una bellissima iniziativa che suggerisce a tutti gli onnivori di provare a cucinare un giorno alla settimana 100% vegetale per il benessere del nostro corpo e del nostro pianeta.



Visitate il blog della Cucina della Capra e scoprite come declinare il vostro menù in modo leggero, etico, salutare!


venerdì 24 ottobre 2014

Libri: nelle mie mani

Carissimi, rieccoci all'appuntamento per lettori doc ;) il venerdì del libro!
Quello di cui vi parlerò oggi è un delizioso albo illustrato, perfetto per passare minuti lieti tra pagine colorate e sognanti:

Nelle mie mani, di Horge Lujan, illustrato da Mandana Sadat, coppia di autori che ho già avuto modo di ammirare e consigliarvi.

Si tratta di un libro di medio formato, quadrato, come gli albi tanto cari di Munari, con un uso studiato del nero, dei biamchi e del colore.

La storia è tutta nelle immagini, c'è del testo, anch'esso colorato, ma è quasi un suggerimento, una traccia accennata per abbandonarsi alle suggestioni visive.

In un mondo che poeticamente è disegnato in bianco, con qualche tocco di azzurro, su sfondo nero, con dovizia di particolari e un insieme di tecniche che evocano l'infanzia, ma soprattutto l'atmosfera delle fiabe, quelle ambientate nei regni di ghiaccio del nord, o davanti ad un caminetto caldo mentre fuori nevica, una bambina disegna allegri voli di fantasia con i colori dell'arcobaleno. Tutto quello che sogna parte, o meglio è, nelle sue mani: dal salotto di casa, sotto lo sguardo dolce e divertito dei suoi genitori, raccoglie qualcosa di tondo, come una noce di cocco, e la trasforma in un lago, in cui si tuffa e dove incontra pesci colorati che la portano ad esplorare  un mondo che è un po' grigio ed un po' colorato. Il riflesso di una luna sorridente e con un grande naso rosso (avrà freddo?) cattura la sua attenzione. La bimba la cavalcerà nel cielo e poi di nuovo si lancerà sulla terra e poi ancora in cielo, e poi, si ritroverà a camminare su un arcobaleno che parte proprio dalle sue mani e la porta a ritrovarsi tra le braccia di mamma e papà, sempre sorridenti, complici sul divano ad aspettare che torni dalle sue esplorazioni.
Questo rocambolesco viaggio è stato tutto un sogno?
Eppure un unicorno colorato come l'iride cammina nel suo salotto quando le luci si spengono...

Un libro che trasmette una felicità lieve, spensieratezza, gioia, la forza dei sogni, il potere evocativo della fantasia.
Nella scheda dell'editore, che ho linkato sotto il titolo, potrete vederne alcune pagine.

Consigliato per i pomeriggi in cui si ha bisogno di colore e leggerezza.
Noi l'abbiamo trovato nella biblioteca civica, nello scaffale dei libri più amati dalle bibliotecarie, e lo abbiamo molto apprezzato, sfogliato e risfogliato è ancora nel ripiano dei libri ospiti e non nel sacco dei libri che dobbiamo riportare perché fatichiamo a separarcene, ma le cose belle vanno condivise.

Buon fine settimana!






giovedì 23 ottobre 2014

Minestra arancione

Halloween si avvicina, ieri dopo la scuola siamo andati a procurarci carte arancioni e viola già pensando a come decorare 4 piani di scale per la serata "trick or treat?" con i bambini del palazzo.
A inizio settimana intaglieremo anche la nostra Jack-o-lantern, come da tradizione, nel frattempo ci deliziamo con le zucche, ieri è stata la volta di una deliziosa minestra:

venerdì 17 ottobre 2014

Libri: Bulli e bambini

Carissimi amici del venerdì del libro, riceccoci all'appuntamento settimanale con i consigli di lettura.
Oggi affronterò un tema non semplice: come si reagisce quando le maestre avvisano le famiglie che nella scuola (o peggio nella classe) dei propri figli ci sono fenomeni di bullismo o segnali che li fanno presagire?

Dopo un primo momento di chock (si sa, come dice mio marito, "è sempre capitato", ma non è che questo rassicuri, anzi...), mi sono orientata sull'utilizzare gli amati libri come strumenti di dialogo.

Ho chiesto anche ad alcune di voi di darmi consigli, e ho in mente di radunare in un post tutti quelli già arrivati insieme a quelli che oggi vorrete lasciarmi.
In questo post vi mostrerò i primi libri reperiti nella biblioteca cittadina, in attesa di trovare quelli della mia lista, mi son fatta consigliare dalle bibliotecarie che mi dicevano di non avere molto (saranno molto prestati, suppongo). Oggi leggerete un post di lettura critica, che però vuole esser costruttiva, sul primo libro e di apprezzamento sul secondo.

Partiamo con quello destinato ai più piccoli (fascia prescolare), più dell'età di eSSe, che va per i 7 ed è  in seconda elementare, che non mi è piaciuto a partire dal titolo della collana:

Così non si fa: Non fare il bullo, Marcello! di Phil Roxbee Cox, illustrazioni Jan McCafferty, traduzione E. Ranzoni, USborne.  

Vi anticipo che trovo pedagogicamente molto discutibile intitolare una collana "Così non si fa", e, purtroppo, il contenuto è assolutamente in linea l'approccio che Alice Miller - psicologa che si è occupata di approcci educati costruttivi e di ricercare l'origine della violenza nella società - definirebbe di "pedagogia nera"- giudicante in modo distruttivo, che contempla la *violenza educativa* fisica e psicologica, poco interessato ad andare alla fonte dei problemi -, che io personalmente non condivido, voglio sperare pesi il fatto che è un libro che ha oltre 10 anni.

La quarta di copertina calca il concetto: 
"Una storia per crescere, adatta tutti i bambini, che mette in guardia sul pericolo di non ascoltare gli altri e fare sempre solo ciò che si vuole". 
Agghiacciante, ora capirete, dal mio punto di vista, il perché. 

Nel libro Marcello non è un bambino prepotente, ma pur sempre un bambino della materna, come ce lo immaginiamo guardando le illustrazioni (dalla copertina immaginavo mi venisse presentato un bimbo che ha tante, troppe, energie che non sa canalizzare, un bimbo che potrebbe avere problemi a casa ed esserne espressione con i suoi comportamenti aggressivi, un bimbo vittima di altri bulletti che a sua volta ha imparato questa modalità e la ripropone, ma pur sempre un bimbo molto piccolo, con tutta una vita davanti per rientrare in dinamiche più costruttive). No: ci viene presentato un vero bullo, fatto e finito, violento e calcolatore, cui non si fa nemmeno un processo sommario, si parte descrivendolo come un cattivo doc, uno che scientemente fa le peggiori cose: individua e prende di mira i più deboli, se la prende con chi ha gli occhiali, chi ha la pelle di un colore diverso, con le bimbe, con i timidi, c'è persino il disegno di una bimba in carrozina nella raffigurazione delle vittime, pare la saga degli stereotipi. Mentre l'insegnante incurante guarda altrove (e io mi chiederei anche perché, sinceramente, vista l'età dei piccoli illustrati e cui è indirizzato il libro) lui strattona, butta a terra, solleva di peso (!), segue in vicoli nascosti per perseguitare, butta la faccia nella zuppa a mensa, ruba i giocattoli... 
 
Continuamente viene ripetuto come un mantra (negativo, etichettante, che sicuramente non giova) "Marcello non fare il bullo!" Cosa che ovviamente non sortisce risultati, Marcello ha un ghigno che non è proprio facile immaginare sul viso di un bimbo piccolo.
I bimbi sono chockati, nessuno reagisce, puntano a scappare. Finché Marcello non punta un nuovo arrivato, che sta sempre sulle sue. Lo pedina e gli ruba un gioco, lo provoca e il nuovo arrivato che è un po' più sicuro e forte degli altri bimbi chiede aiuto, a suo fratello. Suo fratello è un marziano, arriva con l'astronave e porta via Marcello: problema risolto. Gli altri bimbi prima sono intimoriti e poi commentano che senza Marcello si sta proprio bene. 


 
Non mi è davvero piaciuto questo libro: nessun approccio costruttivo, il bimbo è senza recupero dall'inizio della storia (un bimbo, per di più piccolo, può esser considerato da un adulto - quello che ha scritto il libro - senza recupero?), la soluzione del problema è rimuovere il problema, si estirpa il "cattivo", come un'erbaccia, con la forza, e dopo si sta tutti bene. Altra cosa che non mi è piaciuta: nessuno ha chiesto aiuto agli adulti. Il maestro, troppo preso nei suoi pensieri o compiti non osservava i bimbi, quindi non viene rappresentato come un interlocutore di fiducia, non c'è nemmeno alcun accenno al parlarne a casa. Non è il genere di messaggio che voglio recepisca mia figlia: non voglio cresca con l'idea che "deve SOLO cavarsela da sola", fino a quando "un potente" arriva e agisce da vendicatore.

Il pregio di questo libro, motivo per cui ve ne parlo, è che mi ha permesso di capire come la pensa lei su certi temi: q
uando le ho chiesto cosa pensasse del finale, ha risposto che in effetti senza Marcello quei bimbi sarebbero stati bene e che era giusto che venisse punito: era tutto il libro che si comportva malissimo! Poi ho anche capito che lei è in grado di distinguere una situazione grave, di rischio per i bimbi, e quando non siamo più nella sfera del gioco ma c'è un comportamento "sbagliato", cosa a mio parere importante. 


Mettendo da parte il mio giudizio negativo, ho trovato altri spunti interessanti: è un extraterrestre a risolvere la situazione, questo fa riflettere sul fatto che quando la situazione diventa grave serve un aiuto esterno, super partes (il marziano arriva in volo con una navicella spaziale). E poi questo libro probabilmente aiuta noi adulti a capire come ragionano, come reagiscono, i bambini, è in soggettiva, rispecchia il loro punto di vista. Loro sono bloccati, non pensano a chiamare il maestro o a parlarne a casa, sono troppo spaventati e preoccupati per ragionare come faremmo noi su cosa sia più giusto fare, e forse nemmeno sono in grado di capirlo. Mi ha fatto molto riflettere.




Il secondo libro di cui vi parlerò è Il bulismo, illustrazioni i Naomi Tipping a cura di tango Books LTD, in Italia stampato da La Nuova fonrteiera, tradotto da M. Corsi.


Questo libro, pop up, è destinato invece ai preadolescenti, bambini più grandi di mia figlia, anche delle medie a mio parere in base al tipo di situazioni illustrate. Disegni meno infantili, rappresentano bambini e ragazzini di almeno 10/13 anni, in situazioni tipiche di bullismo.
Anche questo libro parte dal dato di fatto che si ha a che fare con dei bulli: il primo pop up si apre in altezza, il bullo è imponente e fa paura, sguardo cattivo, pugni pronti a colpire, il lettore è subito messo davanti all'evidenza dei fatti. La seconda pagina si apre in larghezza, a definire la vastita del fenomeno: tanti bulli e bulletti, anche quegli "amici" che ti parlano alle spalle, che ti deridono, che hanno l'indice alzato per additarti quando sei in difficoltà, che stigmatizzano le tue insicurezze. Si procede con la spiegazione che un bullo può ferirti con l'uso della violenza fisica, ma anche con quella psicologica. Tanti esempi, sempre pop up, dal "secchione" preso in giro, alla ragazzina cui tirano i capelli nei bagni, da brutti ceffi che ti aspettano in due dietro un angolo buio per picchiarti, a chi prende in giro per un difetto fisico, o un handicap. Anche in questo libro c'è un'ampia panoramica di casistiche da stereotipo, però con tutt'atro atteggiamento, qui non si giudica, si fotografa, si offrono spunti per capire, per dialogare, per spiegare a chi legge - presumibilmente un bambino da solo - cosa sia un comportamento da bullo e cosa uno da vittima. C'è una bellissima pagina in cui si raffigura il bullo con una maschera da tigre, ma sotto si apre una finestrella che mostra un bimbo, anzi una bimba, che ha tanta paura e si pone così per non farlo vedere. Si suggerisce di non farsi spaventare, i bulli sono bambini / ragazzi come i lettori, a volte li si immagina più forti di quel che sono. C'è poi il ritratto del bullo e della vittima, che con le sue insicurezze e paure porge il fianco.


C'è ampio spazio per descrivere le tante strategie per sottrarsi al bullismo: parlarne con mamma e papà, che saranno comprensivi e accoglienti, cercare insegnanti ed amici di fiducia, fare gruppo tra persone prese di mira, non sentirsi vittime. E se non basta un numero verde antibullismo.


Avevo perplessità a farlo vedere a mia figlia, temevo si spaventasse, che fosse troppo piccola per un approccio così diretto. Invece no, questa lettura mi ha permesso di capire meglio cosa succede a scuola e dare una dimensione al problema che inizia a profilarsi. 
Mi è piaciuto di questo libro l'approccio sempre costruttivo e che va oltre alle apparenze, non c'è intento di minimizzare (pericolosissimo, mina ancora più l'autostima delle vittime, le fa sentire inadeguate e incapaci), né critica sterile e moralismo, c'è una fotografia non giudicante di situazioni reali, i carnefici, si fa notare, possono esser anche vittime, ci sono spunti per imparare a proteggersi, per risolvere da soli, o capire quando chiedere aiuto e a chi.
La grafica è coerente con la fascia d'età cui è diretto il libro. 

Può esser utile per fare prevenzione, per aiutare a riconoscere e ridimensionare  certi fenomeni sul nascere, è il tipo di libro che cercavo, anche se inizialmente pensavo a qualcosa di diverso.

Che fatica, vero, esser genitori?

Avete libri da segnalarmi? Esperienze da condividere? 
Grazie in anticipo. 
E buon fine settimana. 


Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea,
le istruzioni per partecipare all'iniziativa e i link agli altri blog che hanno aderito.
Su Pinterest tante board con le recensioni di tutti i partecipanti



venerdì 10 ottobre 2014

Libri: Piccolo fratello Vento Veloce

Carissimi, rieccoci a venerdì, di corsa vi lascio un consiglio di lettura.
Oggi vi parlerò dell'ennesimo libro che arriva dalla biblioteca scolastica di eSSe (che nel frattempo è andata in seconda, elementare - come la chiamavamo noi -, quindi cambiano tante cose, l'autonomia di lettura più ampia, esigenza di testi più strutturati e messaggi più complessi, ma terrò la tag "prime letture" ancora per un po', di questo si tratta ancora).

Piccolo fratello Vento Veloce, di Rolf Krenzer e Anatoli Bourykine, tradotto da N. Gherardi, ed. Arka, inizialmente non mi aveva colpito.

Colori un po' cupi, un testo che non mi intrigava, anche per le ricorrenti semplificazioni e un linguaggio molto essenziale (d'accordo, il target non sono io, 5 anni li ho compiuti da un po'...). Mi sono chiesta perché avesse colpito eSSe e perché la maestra glielo avesse consigliato e ho fatto attenzione alla storia, allora ho finalmente capito.


Una piccola indiana d'America, Bambina Selvaggia (i nomi dei protagonisti proprio non mi sono piaciuti, perché non mi sembra fungano da soprannomi connotanti, come accadeva agli indiani che nella nostra infanzia ci facevano sognare, ma siano etichette! Questo della protagonista, per esempio, non mi soddisfa per niente, forse Bambina Coraggiosa o Libera sarebbero stati più calzanti, ma ancora non ci siamo, un "Bambina che non teme la Notte" forse sarebbe andato meglio), si prende cura di un giovane puledrino malato. Nella sua tribù solo i maschi sono destinati ad averne uno, ma lei spera che il padre alla fine le accorderà di poterlo cavalcare e prendersi cura di lui e il padre, che ci aspetteremmo custode dei sacri costumi della tribù, dimostra di essere molto aperto di vedute, anche se non sappiamo come andrà a finire si sospetta fortemente che quel puledrino verrà cavalcato appena in salute dalla sua affettuosa accuditrice.

Le premesse mi facevano sinceramente innervosire, confesso, non c'era un-accenno-uno di critica allo status quo, nemmeno velata, semplice accoglimento, non fotografia, del maschilismo di quella società, peggiorato dall'accentuare che la speranza di quella bimba di poter fare qualcosa come i maschi, forse, cioè essere libera, anche di far avverare i propri sogni, si basasse sul fatto di non aver fratelli maschi, se cogliete la sfumatura non è un dettaglio da poco.

Tuttavia mi è piaciuta la figura del padre, uomo così affezionato alla figlia dal trasmetterle un amore incondizionato, e darle il permesso (in una società dove alle donne questo occorre) di non seguire le tradizioni, e della madre, che pur discretamente, semplicemente la appoggiava.  Dei genitori che amano e sostengono i figli senza se e senza ma regalano sempre loro ali forti per volare lontani.

Inaspettatamente il libro ci ha fornito l'occasione di parlare di come in tanti luoghi del mondo alle donne serva il permesso per tante cose che nel nostro quotidiano sono scontate: dallo scegliere come pettinarsi (ala bimba viene dato il permesso di non fare le treccine come tutte e le ho spiegato perché ogni tanto vediamo donne velate, qualcuna per sua scelta, altre forse no), all'andare dal dottore o guidare, uscire da sole o con le amiche, chi frequentare, chi sposare, ecc.

Poi ho anche capito che a lei forse era stato assegnato perché è una delle bimbe che ama giocare anche con i maschi, lei più spesso non sceglie con chi ma cosa in quel momento le piace fare, e, spesso le viene detto che non può perché è una femmina. Lo so, è ben diverso, e penso anche spesso sia una scusa, ci sono dinamiche da monitorare con attenzione anche secondo le maestre nella scuola, ma forse qualche aiuto l'ha dato: per mia figlia è inconcepibile che si facciano distinguo nei trattamenti alle persone in base al fatto che siano diversi, e distinguo di genere in particolare, aveva una faccia allibita quando ne parlavamo...

Non so se esser contenta (avrò coltivato bene?) o preoccupata (lo sono, per tante altre cose che vedo, leggo, sento in questi giorni), ma ho più consapevolezza che devo iniziare a fornire strumenti diversi, più complessi.
Crescono veloci i bambini.




Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
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giovedì 2 ottobre 2014

Spaghetti in verde e un giochino

Volevo chiudere la settimana con almeno una ricetta, come da buoni propositi ("ogni settimana almeno un post di cucina ed un consiglio di lettura") e ho frugato nell'archivio delle mie foto, due, scattate durante l'estate, mi hanno fatto venire un'idea.
Avrei potuto intitolare il post "trova le differenze", ma avrei portato voi e forse google fuori strada...

Ora però questo giochino ve lo propongo comunque: indovinate che cosa ho cucinato!

piatto 1: 


piatto 2:


Indovinato?

mercoledì 1 ottobre 2014

Mentre la vita scorre

Ho di nuovo troppe bozze aperte, per alcune mi spiace particolarmente non riuscire a chiudere, ma ora il mio tempo è caoticamente impegnato da altro, a me tocca ammortizzare gli imprevisti altrui (lavorativi del marito, in primis, e poi scolastici o di salute della figlia, ça va sans dire... ) e a volte anche mie. :) Niente di grave: ordinaria amministrazione, solo che il primo tempo assorbito è quello che vorrei passare qui.

Intanto però sto facendo tante tante cose, del resto la vita o la si scrive o la si vive, Pirandello docet (e liberando un po' di tempo, poi, dovrei/vorrei leggere di più così scriverei meglio...).
Ho ripreso sane abitudini, la prima è una quasi fuori dal tempo: stilare al lunedì mattina una lista cartacea (questo è il lato più interessante) dei "to do", le cose da fare, e la soddisfazione di cancellarli con una penna colorata è davvero appagante!

Le mamme che mi leggono immagineranno che nelle scorse settimane le voci fossero relative a questioni burocratiche e pratiche legate all'inizio della scuola, della mensa, delle attività extrascolastiche, delle riunioni varie... Sto uscendo ora da questa fase (per fortuna!) e si affaccia il "che sarà di me ora?" (non che non abbia impegni o progetti per impegnare il mio tempo quando eSSe è a scuola, il problema è che ne ho troppi! e devo prendere alcune decisioni... ).

Continuano anche i week end molto social - *faccio cose, vedo gente* ;) pare il mantra dei giorni liberi -, dopo la bella esperienza a Verona c'è stato il MIVEG (devo dirlo? avevo due bozze su queste occasioni speciali, ma avrà senso pubblicarle quando avrò il tempo di sistemarle e chiuderle?), in quest'ultima occasione ho rivisto amici - alcuni speciali davvero -, dato un volto ad amiche di mouse e blogger, e conosciuto nuove persone, alcune sorprendentemente solari come la mitica Violamirtillo. :) 

Tra un po', smaltite alcune cose rimandate (tipo cacciare da casa mia definitivamente alcuni ospiti indesiderati accampatisi nella mia dispensa - e ci provo da un mese almeno, con le buone -), potrò di nuovo dedicarmi uno spazietto e tornare qui con calma: è pure nei to do (ultima voce)
Per ora un saluto veloce, e tre segnalazioni.

Sapete che non posto mai foto violente, campagne chock, ecc. perché penso che non sia sbattere in faccia la violenza del mondo la strada per ampliare le consapevolezze di quanto accade lontano dai nostri occhi, però, ora che è arrivato persino a mass media, nello specifico al Corriere, vi invito a leggere di questo reportage sulla carne di cavallo: non avrei mai immaginato che l'Italia ne fosse il primo consumatore, non è ora di farne a meno? Io sono per la politica dei piccoli passi, uno alla volta, questo mi pare alla nostra portata, come società. C'è anche una petizione per fare dei cavalli animali di affezione, cosa che li salverebbe dal macello.

Non è meglio lasciarli qui?

Già che siete su quella testata vi consigio anche questo video reportage. A me ha fatto piangere tanto, e riflettere pure, benché patinato e montanto con un messaggio preciso per certi versi, ma sono contenta di averlo visto: si parla tanto di Mare Nostrum, evidentemente c'è un grande problema in Europa nell'accogliere chi fugge dalla guerra e della povertà e pare approdi solo da noi, ma vedere quei bambini sui barconi non può lasciarci gelidi davanti alla cruda realtà. La soluzione ovviamente non può essere di accogliere tutti, qui in Italia, e portare al collasso le già provatissime strutture di accoglienza, non vorrei esser fraintesa per questo lo scrivo chiaramente, semplicemente però io credo importante che ognuno di noi sia consapevole di cosa accade, al di là delle polemiche, anche partendo da leggere più attentamente i giornali, possibilmente più di uno, se possibile anche qualcuno non italiano.

Dulcis in fundo, letteralmente :)
Questo week end si svolgerà la notte veg, in tante tante città d'Italia: nessuna scusa per non andare a curiosare e gustare qualche goloso manicaretto! :)



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