venerdì 12 aprile 2013

Libri: DROGHE

Cari amici  del Venerdì del libro,
oggi vorrei parlarvi di un libro che mi ha molto colpito:


DROGA, perché ci sono strade in cui ti puoi perdere
Le Iene

Un imponente e completo volume sulle droghe, che raccoglie 15 anni di inchieste e servizi de Le Iene sull'argomento e affronta il tema con molta concretezza. L'approccio è quello del manuale, con tanto di accurata bibliografia, cosa che guardo subito in questi casi per capire il valore del lavoro, e mi ha favorevolmente colpita per il livello dei riferimenti e l'accuratezza -.

Nel libro vengono dedicati capitoli molto dettagliati alle singole sostanze raccontandone la storia - sempre molto interessante -, il funzionamento, gli effetti, l'uso (inizialmente quasi sempre in campo medico o tradizionale), poi l'abuso e le trasformazioni da parte degli spacciatori, con i pericoli annessi. Effetti e pericoli non vengono mai minimizzati, anzi leggere nero su bianco alcune cose ha un impatto emotivo molto forte, ma ogni dato, ogni informazione, viene esposto senza alcuna forma di giudizio, ne' moralismo, cosa che ho molto apprezzato.
In alcuni casi ci sono delle prese di posizione, ma sono motivate in modo credibile (per esempio c'è un capitolo che indaga l'ipotesi di farsi una canna davanti o addirittura insieme ai propri figli). Anche se il libro viene indirizzato agli adulti, secondo me si tiene molto in conto la possibilità che finisca nelle mani di un adolescente (cosa che io sinceramente auspicherei, anche se con alcune riserve forse) e c'è una grande attenzione nel pesare le parole.

L'intento è informare, dell'esistenza di tante tantissime droghe e varianti, dei macrotipi, del come alla fine ogni sostanza di cui si abusi sia estremamente pericolosa, delle illusioni legate ai loro effetti, c'è l'intento di informare anche della diffusione di sostanze stupefacenti ben più ampia di quel che si possa immaginare, argomento che ultimamente è molto sottolineato dai media.

Inframezzano i capitoli informativi le testimonianze delle singole Iene, le esperienze con le droghe o la scelta di non farne uso con annesse motivazioni. In alcune mi sono ritrovata e penso che lo scopo fosse proprio quello di fornire pagine in cui riconoscersi, per cui sentire vicino l'argomento in modo più che teorico.

Ho iniziato questo libro da genitore, con l'idea che dovremo esser preparatissimi per tempo (i bimbi crescono davvero velocemente, dovranno affrontare tante cose molto prima di quanto abbiamo fatto noi, e noi con loro), ma l'ho letto da un certo punto in poi quasi tornando ragazzina. Ho ricordato certe scene, rivisto certi amici in alcune pagine, riprovato certe paure che mi hanno sempre fatta stare ben alla larga dalle droghe più pericolose.

Una iena per esempio racconta di aver sempre avuto la fobia delle siringhe, perchè i bimbi a inizio anni '80 venivano allertati a starne bene alla larga e questo stesso allarme lo ricordo benissimo anche io. Ricordo una gita a Milano alle elementari per andare in uno dei musei del centro, ricordo che prendendo la metro in periferia abbiamo dovuto schivare le siringhe vicino ad un marciapiedi, ricordo il terrore di quel momento, erano le prime che vedevo, ed il messaggio che era arrivato a noi bambini era che quelle siringhe fossero pericolose come il fuso della strega della Bella Addormentata, però senza fatine protettrici ad attenuarne il maleficio. Ricordo poi quando anni dopo la figlia di un'amica di famiglia, bambina, si punse con una siringa correndo in spiaggia e il terrore per mesi che li ha accompagnati, temendo che avesse preso l'HIV.
Ricordo anche l'effetto del film "Noi ragazzi delle zoo di Berlino".
La droga, che per me allora era solo una, non mi incuriosiva affatto, anzi mi terrorizzava.

Poi gli anni dell'università, quando si iniziava a parlare di pasticche, e ho capito che di droghe ne esistevano tante ed erano parecchio usate e non da tossici, ma da ragazzi come me, normalissimi. Leggendo il libro ho ricollegato molte cose viste in quegli anni. Come per esempio dare una credibilità alla leggenda metropolitana che voleva un certo ragazzo "mai tornato da un viaggio", perchè lo si vedeva per ore con lo sguardo perso nel vuoto; la beffa è che era uno studente di Chimica. E poi amici che amavano sperimentare le novità, diciamo così, che non sono tornati a casa sani da certe serate, ricordo in particolare due amici che fecero un brutto incidente in auto una sera.

Forse sono stata fortunata: vedere prima, nel reale, che cosa poteva succedere ad usarle, quella perdita di controllo così rischiosa perchè imprevedibile, mi ha tolto ogni curiosità. Oggi da genitore già mi interrogo su come trasmettere tutto questo a mia figlia, ho ancora tempo ma gli anni volano veloci e forse a lei capiterà ben prima di esser ventenne di vedere certe cose: le saprà interpretare? Bisognerà lavorarci tanto.

Nel libro però si parla di tutte le droghe, una per una, anche quelle socialmente più accettate e legali, nicotina, alcol, caffè e zuccheri compresi.
Si racconta anche la storia della Coca Cola.

Ognuno di noi ha sperimentato dalle dipendenze, mi son detta mentre leggevo. 

Una lettura molto interessante, ve la consiglio.


Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui
 potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea, l'elenco dei blog che aderiscono all'iniziativa e le istruzioni per partecipare.


19 commenti:

  1. Mi piace quello che descrivi di questo libro, e in particolare, mi pare di capire, tre elementi.
    Il primo è l'approccio che definirei di buon senso. Voglio dire che se capisco bene le droghe sono affrontate come elemento sociale, e dunque indagata la loro incidenza a tutto tondo, e questo mi sembra, anche da insegnante, l'approccio giusto. Il secondo è il fatto che considerino la possibilità che il libro venga letto dai giovani, un elemento che mi pare fondamentale. Il terzo è quello di lavorare sul concetto di dipendenza prima ancora che su quello di legalità (che coinvolge un altro aspetto, secondo me, quello dell'arricchimento indebito sulle debolezze altrui). Se posso dire, l'unica cosa che non mi piace è lo sfondone di grammatica nel sottotitolo, perché anche se fosse voluto secondo me disabitua alla corretta percezione della lingua italiana, specie in una posizione così rilevante come la copertina.

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    1. Confermo e concordo su tutto (giusto ieri mi chiedevo perchè maltrattare la nostra lingua quando la si usa per professione, il mio commento era riferito ad un sito molto seguito, ma poco cambia).

      Auspicherei che arrivasse nelle mani degli studenti delle superiori, se lo leggi dimmi che ne pensi se ti va. L'unico dubbio è per quel periodo in cui comunque pensi di esser invincibile, mi chiedo se una lettura così onesta possa arrivare senza venir filtrata dal "tanto a me non capiterebbe mai...". E' chiarisismo l'intento di parlare anche ai ragazzi, e io trovo si sia fatto un grande sforzo perchè il messaggio fosse ben costruito, ci sono paragrafi scritti manifestamente per loro.

      Grazie del tuo commento, ciao!

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  2. Infatti, andrebbe usato nelle scuole. Mi piace che parlino anche delle droghe "legali".

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    1. Anche a me è piaciuto e devo dire che uno dei capitoli che mi ha fatto più pensare è quello sul caffè.

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  3. Ciao Cì, molto interessante questa proposta. Mi sono trovata come supplente a parlare di educazione stradale in una quarta ginnasio e la mia sensazione è stata che non è facile far passare dei messaggi se tutta la società ne celebra l'opposto, nel nostro caso la velocità, le gare, gli atleti che (si uccidono) corrono in moto... Mi chiedo in quale contesto si inserisce oggi il discorso sulla droga... la cultura dello sballo, l'eccesso... Tuttavia, questo libro viene da autori che i ragazzi seguono e penso che sia già un bell'elemento di forza! Grazie come sempre del suggerimento

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    1. Anche a me è capitato di tenere corsi nelle scuole, e di vari livelli, la volta più difficile è stata proprio in una scuola superiore di "confine". Stavo parlando di sicurezza digitale e mi ridevano in faccia. E' vero che accadeva a fine millennio scorso, una vita fa, però... comunicare con gli adolescenti è decisamente impegnativo.

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    2. e comunque per rispondere alla tua domanda, secondo me bisogna lavorarci prima, al massimo entro le medie, perchè le statistiche ci dicono che i primi contatti con le stostanze alteranti avvengono intorno ai 10 anni (rendiamoci conto!). Oggi si dovrà rincorrere almeno alle superiori quello che non si è fatto prima.

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  4. Molto interessante questa lettura, proprio ieri ho letto l'inizio del nuovo libro di Saviano "Zero zero zero" sulla cocaina e l'ho trovato sconcertante. Il concetto che mi interessa di più è quello della dipendenza, ricordo che da adolescente non volevo dipendere da niente e da nessuno, per questo mi son sempre tenuta lontana dalle droghe, dal fumo, dal caffè, ma tutti mi consideravano strana e diversa ovviamente. Ho paura di quando sarà mia figlia in quella fase di crescita, dove per definizione vuoi sentirti come gli altri e non diversa. Non so come possiamo far passare alcuni messaggi perchè parlando con i ragazzi di oggi chiedo spesso "cosa può fare un genitore perchè i figli stiano lontani dalla droga?" e loro mi dicono che non c'è un modo perchè il proibizionismo non paga, ma neanche la tolleranza verso le droghe leggere....sta solo alla persona, alla sua scelta e al buon senso. Noi possiamo parlarne e sensibilizzarli. Nel mio paese se n'è appena andato un ragazzo di 23 anni per overdose e ancora mi sto chiedendo il perchè di queste scelte.....
    Se ti va vieni a condividere la tua recensione sul gruppo L'amore per i libri. Buon weekend!

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    1. Ne ho sentito parlare alla raadio e mi ha incuriosito, ci sono molte uscite sul tema in questo periodo. Anche io penso di aver sempre avuto paura di "perdere il controllo", un po' ne sono maniaca e in questo caso è stata una fortuna. Possiam coltivare: amore, sicurezze, buon senso. E poi aver fiducia, altro credo non si possa...
      Grazie dell'invito. Anche il mio week end è stato sul terrazzo e con pochissimo web (ma il kindle sì...) ciao!

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  5. Anche a me capita di interrogarmi su come poter trasmettere deterimanti concetti ai miei figli... E spesso mi trovo a pensare anche a ciò che troveranno fuori, a come sarà difficile (oppure no, chissà!) aiutarli a capire cosa è giusto e cosa non lo è... ci penso spesso... letture come queste non possono che aiutare a capire bene determinate questioni... per poi farne tesoro e trasmettere ai nostri figli... ma anche agli studenti in genere.

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    1. Vedi sopra, e credo che a noi adulti (genitori, educatori, ecc) serva molto capire il più possibile, per esserci concretamente.
      ciao!

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  6. Di certo un libro da tenere presente, lo descrivi davvero in modo interessante e si capisce che lo hai apprezzato, quindi mi fido del tuo giudizio.
    Il discroso droga è di importanza vitale, l'emergenza non finisce mai, i nostri figlio come tu dici crescono in fretta...e io sono molto in pensiero, come credo ogni mamma.

    Un abbraccio, Cì, e buon fine settimana!

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    1. Sì, lo è, cara Maris, e grazie della difucia. Te lo consiglio, senza fretta e sperando rimanga una lettura fatta "per cultura personale".
      Grazie e abbracci anche a voi!

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  7. Rimando questa lettura ad un altro periodo...adesso non sono dell'umore giusto, troppi pensieri negativi ultimamente! E poi ho vivissimo il ricordo dei Ragazzi delle zoo di Berlino, letto da adolescente e che conteneva una montagna di vocaboli sconosciuti non presenti nel dizionario e dei quali non avrei potuto chiedere chiarimento a mia madre :). Ps: per un attimo ho gioito credendoti su Wordpress!

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    1. Capisco, ci sono quei periodi in cui hai bisogno di letture meno impegnative. A me sconvolse il film, posso capire. Comunque questo libro è decisamente più leggero, è proprio un manuale: sono però i pensieri che evoca che fanno star male, e pensare.
      re ps: no, è WP che a volte gioca a fare reindirizzamenti strani se no mi slogga! :) Ora non penso ad un trasloco, ho così poco tempo per il blog che lo dedico solo alla scrittura, più avanti si vedrà. Ciao!

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  8. Sono una che cade spesso nelle dipendenze da cibo (è una lotta tutt'ora ma ho intrapreso una strada nuova e spero porti a un nuovo stile), da fumo (finita per fortuna) da PC (da campo minato a Ruzzle al blog a Pinterest). Con che faccia ne posso parlare con i miei studenti? In passato, con alcune classi abbiamo esaminato alcune droghe illegali e l'alcol dal punto di vista chimico, analizzandone le problematiche a latere come dipendenza, effetti a breve e lungo termine. Ora mi rendo conto che farei più fatica a sentirmi coerente. Proverò a cercarlo e a dargli un occhiata.
    Ciao

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    1. Cara Mammozza, io ti posso capire, e ti auguro di aver trovato un modo per far pace col cibo serenamente, però non credo tu possa sentirti ancora incoerente se riuscirai a focalizzare un paio di cose:
      - come ti senti tu ad esser così in difficoltà con le dipendenze: a disagio, vero? Quindi questo è perfettamente coerente con il desiderio di voler evitare ai tuoi alunni di finire in dipendenze MOLTO pericolose.
      - il motivo per cui tu vorresti parlarne e la possibilità di esser incisiva vista la materia che insegni sono obiettivamente importanti: pensaci.

      Detto questo quel testo a te potrebbe piacere perchè potresti trovarci molti spunti: c'è per ogni droga una scheda che spiega proprio gli effetti in termini scientifici e una bibliografia molto puntuale, son sicura che si potrbbe arrivare a far capire che succede e perchè è pericoloso (oltre al banalissimo fatto che a uno studente nell'ora di bio / chimica si può ben spiegare che un neurone bruciato è per sempre, no?)
      e proprio con il caffè e le bibite super eccitanti potresti avere dei buoni riscontri perchè gli esempi sono sotto gli occhi di tutti.

      Leggendolo non ti sentirai a disagio, ma troverai degli spunti che forse aiuteranno anche te.

      Baci

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    2. E appena ho un attimo per rileggerlo - quindi tra qualche venerdì - voglio parlarvi di un libro che invece parla delle dipendenze da un punto di visto diverso, che penso sia molto interessante. ciao!

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