giovedì 15 marzo 2012

De Amicitia

Tranquilli, non vi sto per raccontare nel dettaglio dei pomeriggi angosciosi passati a tradurre Cicerone (accidenti come sono fortunati gli studenti di oggi, tutto è già pronto, però vuoi mettere la soddisfazione di fare proprio tu la traduzione?) perché uno dei miei prof. di latino del liceo, molto umano (Fantozzi docet), oltre a distribuire 3 come se piovesse durante improbabili interrogazioni di lettura in metrica a sorpresa (NB: senza aver mai spiegato come si facesse! perché "ragazzi qualche esame a fine anno lo devo dare, o gli altri professori poi mi fanno storie, quindi vediamo come ve la cavate [...ad improvvisare?]"), a volte qualche giorno prima  del compito in classe ci diceva e non diceva da dove avrebbe preso la traccia e Cicerone lui lo amava molto...

Son esperienze che segnano, fatto sta che, forse anche perché poi abbiamo avuto una professoressa di tutt'altro genere che ci invitava a casa sua dopo le lezioni per preparare l'esame per la maturità che ci ha fatto appassionare alle sue materie, io quel libretto di Cicerone me lo son riletto in latino per conto mio successivamente. E preparando l'ultimo quiz del giovedì mi è venuta di nuovo voglia di rileggerlo.



Questo post (e la dedica del quiz) nasce però per commentare il pensiero di una mia amica, una mia cara amica tra l'altro.

L'amicizia, come ogni cosa, non dura per sempre, ha scritto su un social network qualche giorno fa.
E da allora ci ripenso.

Purtroppo è vero.
Anche questo interessante manifesto, che parla di felicità, mostra che i rapporti importanti finiscono, e lo fa con dovizia di rilevanze statistiche, di quelle che non lasciano dubbi (ma ansie sì). Fin qui nulla da eccepire, può essere molto doloroso ma dobbiamo mettere in conto che a volte nella vita facciamo esperienze che possono mettere una distanza insuperabile tra noi e persone con cui abbiamo condiviso molto in passato, semplicemente procediamo nel nostro cammino e loro magari restano fermi o vanno in altre direzioni.

E' anche vero che a volte poi ci si rincontra, perchè anche quando le strade che si prendono divergono, a volte i percorsi si ri-incrociano, o tornano a convergere, ma questo è un discorso a parte e non è che accada sempre. Con alcune persone è un continuo perdersi e ritrovarsi, forse questi sono gli Amici Veri. Forse. O forse per Amicizia a volte è necessario darsi degli appuntamenti, per raccontarsi delle strade che si sono prese e percorse, per vedere se c'è ancora quel qualcosa di speciale per cui ci si capisce al volo e mesi di silenzio non contano più, o se ci si è allontanati irrimediabilmente.

Nessun "amico" offre se' stesso disinteressatamente
prosegue l'amica 
in realtà quello che ci muove è solo un egoistico bisogno di sentirci meno soli.
Da qui non sono più d'accordo.
Mi ha scosso questa frase, un po' perché era scritta da una persona cui tengo molto e non mi va (che significa tante cose) pensi questo di ogni rapporto di amicizia, compreso il nostro, un po' perché non mi va nemmeno che lei stia male, perché io leggo sofferenza in queste parole, un po' perché l'amicizia è per me stata a volte un tasto dolente, per cui ho iniziato a riflettere.

Forse è in quelle virgolette, che ho riportato testualmente apposta - spero l'amica non se ne abbia a male -, che si cela la sfumatura salvifica.

Un vero amico, senza virgolette, non ha rapporti meramente utilitaristici.
C'è dell'altro nell'Amicizia. Ci sono dei sentimenti di affetto che superano questo schema, che realisticamente, questo sì, rappresenta molti rapporti di amicizia di breve periodo, quelli con semplici compagni di viaggio temporanei, o se vogliamo ci crescono sopra.

Sicuramente un rapporto di amicizia parte da una condivisione, in genere di esperienze o modi di sentire, poi però nei casi delle amicizie più importanti evolve.

Che sia lieve o importante questa condivisione di vita in genere determina lo spessore dell'amicizia, ma non è detto. Ho perso innumerevoli amici da palestra, ex colleghi di università o di lavoro, ma anche persone con cui ho condiviso riflessioni e momenti molto importanti. Ho invece annoverato tra gli amici più cari per tantissimi anni, e alcuni ancora resistono, quelli con cui traducevo Cicerone, ma anche quelli con cui ho condiviso passioni secondarie, tutto sommato, come l'amore per i viaggi vissuti come esperienze e fonte di confronto, di crescita personale, perchè dopo lunghe frequentazioni ci si è scoperti affini in tante altre cose, quel modo di guardare il mondo portava lontano.

Certo l'amicizia ha funzioni concrete, assolve a ruoli che si prestano a porgere il fianco a una visione di scambio se non proprio utilitaristica: si trova e offre conforto, supporto, e aiuto spesso, ma non è per questo solamente che si diventa, che si è, che si rimane amici e io ancora scorgo rapporti disinteressati. Non è solo la forza del bisogno di condivisione, di compensare affetti, di compassione reale, di ascolto, a tenere unite le persone, ma se anche fosse è ben più dell'unione di solitudini, perchè ogni scambio genera una ricchezza nuova, quella che scaturisce dal confronto, dagli effetti degli stimoli che le interazioni portano. I sentimenti, è vero, sono volatili, ma io non voglio credere che solo i rapporti che soddisfano un bisogno preciso possano durare perché l'affetto è disinteressato. Anche se è vero che se una delle due persone smette di alimentare l'amicizia alla lunga questa si esaurisce, ma questo testimonia solo che l'amicizia è qualcosa di vivo, che va alimentato, disinteressatamente.

Prima ho scritto che leggevo sofferenza nelle parole della mia amica: quando è capitato a me di fare di questo tipo di pensieri ero turbata, arrabbiata, triste. Un tempo avrei detto delusa, ferita, poi l'incontro con la CNV mi ha fatto riflettere sul fatto che che non sono sentimenti veri ma accuse indirette, a qualcuno che ci avrebbe fatto soffrire. E... non siamo forse stati noi a dare a quelle persone la possibilità di ferirci?

Negli ultimi anni ho molto riflettuto su questo punto e ho capito che non dobbiamo mai de-responsabilizzarci dei nostri sentimenti e bisogni, insomma la mia felicità ho imparato a duro prezzo a non delegarla a nessuno: voglio essere solo io a tenere il timone sulla rotta verso la felicità e l'equilibrio (maniaca del controllo, penserà qualcuno, ma non è così, è solo la mia strategia)!

La teoria è incredibilmente rivoluzionaria per certi versi, o forse è rivoluzionario riuscire ad applicarla: noi e solo noi permettiamo a qualcuno di partecipare al nostro mondo emotivo, senza barriere e protezioni, assumendocene i rischi ma anche le responsabilità.
Possiamo decidere di svoltare e tornare felici quando un rapporto smette di darci gioia, adottando strategie adeguate. E qui dove va a finire il disinteresse, l'affetto per l'amico? Alcune scelte che vanno in direzione di farci stare meglio saranno sofferte, il discorso sarebbe lungo e complesso, ma la sintesi è che ubi maior... insomma, a volte certi rapporti vanno troncati, o interrotti, almeno finchè non si è in grado di gestirli con equilibrio, perchè l'empatia è qualcosa che prima di offrire si deve riservare a sè stessi.

E' un pensiero razionale, si sfiora il paradosso parlando di affetti, di sentimenti, in questo modo me ne rendo conto, come è razionale, anzi addirittura scientifico, nei toni e nell'impostazione, il testo sulle politiche per la felicità sopracitato. Alla prima lettura mi è sembrato stridente - o almeno così ho sentito io - valutare un tema come la felicità in questo modo, ma è bene esser concreti: la felicità è qualcosa di troppo prezioso, va predisposta, va coltivata, va protetta, va vissuta. In concreto, poi, e lo sappiamo tutti per esperienza, i sentimenti (e non le persone che li suscitano) a volte fanno il nostro cuore a brandelli senza che possiamo fare molto se non vivere a fondo quel tormento, per liberarcene ed essere di nuovo felici, ma se ci penso bene tutto torna: così la felicità sembra a portata delle nostre scelte, e magari lo è davvero. Voglio crederci.

Cosa ci rende felici?
Condividere cose significative, diceva il famigerato documento, la cui idea è meravigliosa, superando la forma un po' rigorosa per descrivere qualcosa di così volatile - meravigliosamente volatile, aggiungerei - nei contenuti ci sono tanti spunti.

Con la condivisione torniamo all'amicizia, quindi, e al suo ruolo importante nella felicità, e alle righe un po' arrabbiate della mia amica (...lo sapevi che questo mi sarebbe risuonato dentro per un po' e che ci avrei meditato sopra fino ad essermi chiarita le idee, quanto mi fai "lavorare mentalmente" e sto pure cercando di palrare "la tua lingua"! :) )

Io credo molto nell'amicizia, malgrado tutto.
Dopo alcune rotture importanti ho provato una buona dose di rabbia, poi dolore, quindi tristezza per le tante riflessioni che sono seguite. In certi rapporti spezzati ho trovato pezzi di me che cercavano di incastrarsi, di nascondersi, di rifugiarsi, in ultima analisi un'identità (Pezzettino docet).  Non mi rassegno facilmente al fatto che non si possa continuare a essere amici, che anche quando le scelte personali sono diventate troppo diverse non possa sopravvivere almeno per affetto un rapporto minimo. E mi stupisco ogni volta che osservo lo sgretolarsi di quel feeling speciale, soprattutto nei casi in cui è sparito senza un apparente motivo. Ci posso star male a lungo, lo sento proprio come un fallimento personale, specie se credevo molto in quei rapporti, ma è vero che il tempo guarisce tutte le ferite, che l'energia vitale, la spinta alla felicità, che è in noi ha sempre la meglio e ci regala la forza e la curiosità per fare esperienze nuove. A posteriori posso dire che è stato istruttivo e molto utile riflettere su certe rotture, perché alla fine sono arrivate nuove consapevolezze e ho visto quei rapporti con occhi diversi, evidentemente non erano vere Amicizie, più probabilmente finite certe condivisioni si sono semplicemente esaurite e i legami si sono rivelati meno forti di quanto credessi, e ho capito qualcosa in più su di me.
Al di là di riflessioni ed etichette, avrei evitato certe dolorose esperienze, questo sì, e a volte penso ancora che aprirsi a nuove amicizie sia un rischio se vivi i rapporti intensamente, se ti sveli, se ti metti in gioco davvero.

Eppure non ho dubbi, ho ancora voglia di conoscere nuove persone, di condivider esperienze, meglio se significative, di imparare, di confrontarmi, di esplorare nuove parti di me, senza però perdermi per strada e senza fretta, e se amicizia sarà ben venga!

Best Friends, Todd Parr

22 commenti:

  1. Devo rileggerlo ancora per assorbire bene tutto, intanto ti ringrazio tantissimo per questo post!

    RispondiElimina
  2. Accidenti, mi hai emozionato tanto mia cara Cì. Come si può replicare a tutto quel che hai scritto? Eppure come si fa a non lasciare almeno una traccia del proprio passaggio?
    Io per ora mi accontenterò di quest'ultima, voglio rileggere ogni singola frase e pensarci su. Ancora una volta mi trovo con grande sincronismo a trovarmi fra le mani indicazioni preziose, una possibile chiave di lettura per cercare risposte a domande che in questi giorni mi assillano tanto da soffrirne. Grazie

    RispondiElimina
  3. Grazie dei vostri commenti. Sarà la primavera che arriva e muove un po' tutto ... Abbracci

    RispondiElimina
  4. Quoto tutto, sono anch'io convinta che dobbiamo lavorare molto su noi stessi per poter essere felici e poter star bene con gli altri. Ma lo sai che anch'io avevo un professore pazzo che ci faceva leggere in metrica x almeno due ore la settimana??!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sul prof: sono cose che segnano... ;) (ora ci si può scherzare sopra, chi ha preso l'esame da noi un po' meno)

      Elimina
  5. Anche io credo nell'amicizia e, nonostante le delusioni, continuo a non voltare le spalle anche alle nuove possibilità. Credo però anche che ci possano essere pezzi di strada insieme, e che questo non svilisca l'amicizia, anzi. Perché nulla è per sempre, noi per primi (ma non lo leggere in maniera pessimistica, anzi!).
    D'accordo anche che amico non è tra virgolette e sul fatto che è necessario lavorare sempre su se stessi. Spesso lascio sorpreso chi non mi conosce sostenendo che un sano egoismo è la prima ricetta per un autentico altruismo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, ho capito, anche la questione dell'egoismo consapevole (concetto usato anche in sociologia per spiegare il volontariato ecc).
      Non ho saputo spiegare bene: vanno benissimo i compagni di viaggio, ma quando alla prima occasione il rapporto viene messo alla prova vedi con sconforto che non erano amicizie profonde, c'è un riferimento a fatti e persone reali che qui non posso spiegare ma se l'amica passa capirà.

      Elimina
  6. Anche io ho amiche che ho perso, alcune ritrovate, altre ancora nuove nuove. Come hai scritto tu, a volte esperienze o percorsi ci avvicinano o allontano dagli amici. Però io ho ricevuto tanto da ogni piccola o grande amicizia e non sono pentita di aver aperto il mio cuore alle persone. Non è facile descrivere l'amicizia. Io penso che sia soprattutto donare incondizionatamente. O condividere. Si possono usare tante parole, e tu sei più brava di me a usarle quindi complimenti per le belle cose che hai scritto e che condivido in gran parte!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. :)
      Io ho preso alcune grosse cantonate, in media non ho mai rimpianti, e nemmeno rimorsi, però qualche momento di sconforto sì, ma ho rimesso insieme i miei pezzettini e riaffrontato l'oceano (cit) ;)

      Elimina
    2. Anche io ne ho prese di batoste e forse talvolta non ho capito che alcune persone non volevano essere amiche ma approfittare per avere dei favori. E ci sono rimasta male! Purtroppo sono cose che mi sono servite per imparare che bisogna pure stare attenti e tenere gli occhi bene aperti.

      Elimina
    3. Io comunque non ho dubbi: meglio rimorsi che rimpianti :) (((Pollon)))

      Elimina
  7. CHe riflessione articolata e sentita! affatto banale, che è difficile quando si affrontano certi temi "atavici" (amore, amicizia, felicità...). Mi è piaciuto tanto, davvero.
    Ma tanto tanto!

    Mi ritrovo in molto di quello che hai detto: e nella necessità di troncare alcuni rapporti laddove (ubi maior) ne va della tua serenità e del tuo equilibrio interiore, e della persistenza dell'affetto anche quando le strade si divergono irrecuperabilmente, e di quei rapporti che sopravvivono quasi solo nel raccontarsi, e che però ti riempiono tanto, anche così, anche negli spazi liberi risicati di un'esistenza fin troppo occupata da altre cose e pensieri...

    Forse quel tipo di amicizia che è anche "necessità" dell'altro, che si nutre anche della paura di rimanere soli appartiene ad un'età più giovane, ad una fase adolescenziale, biologica o spirituale che sia, in cui ancora non ci sentiamo emotivamente autosufficienti e cerchiamo nell'altro conferma prima di tutto della nostra identità affettiva. Non creo che non sia amicizia autentica, solo che ci siano tanti modi di vivere questo sentimento, e che, trattandosi come tu ben dici di un qualcosa di vivo, si evolva come noi, come la nostra vita, col tempo e con l'esperienza... non per tutti allo stesso modo e con gli stessi tempi.

    Ah! la mia prof di greco e latino partiva da 1 (Una volta ho preso 3--, il voto più alto dell'intera classe!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie!!! :)
      Sentita tanto...

      Guarda per mia esperienza quando è nata mia figlia è come se La Vita avesse tirato una riga sulle sicurezze e le conquiste di quanto c'era stato prima, a partire dal parto e come mi hanno trattata in ospedale (e solo su questo si potrebbe aprire un mondo!), per cui ...magari essere già adolescenti! ;) ora io sono a soli 4 anni di mammitudine, in cerca di nuovi equilibri, anche amicali, però, dai, mi impegno, sperimento, osservo, vivo il più possibile e so che porterò a casa tante esperienze :-)

      E, sì, siamo tutti diversi, meravigliosamente secondo me :)

      Questi prof, mamma mia!!! :-(

      Elimina
  8. Cara Cì... le parole della tua amica sono le medesime che una volta mia madre usò per descrivere l'amore, ossia ci si incontra, ci si ama, per puro egoismo, per puro bisogno di essere amati, perché si teme la solitudine. Mia madre in amore ha sofferto e si è data quella spiegazione. Tu sei nel pieno di un grande amore, per la tua famiglia, per tuo marito, per tua figlia e non puoi essere d'accordo con quell'affermazione che credo non sia così estremista come la vedi tu.
    E credo come te, che forse nasconde sofferenza.
    Comunque un fondo di verità c'è in quelle parole, ovvero l'essere umano ha una spinta interna, biologica direi, ad incontrarsi con altri simili. Come ciò avvenga è poi condizionato inevitabilmente dal contesto socio-culturale in cui vive.
    Io credo profondamente nell'amicizia, e ho rapporti solidi e importanti e gratificanti. Qualche delusione, ma si contano appena sulle dita di una mano, perché io sono un un p' animalesca in questo, nel senso che vado a pelle, non mi fermo alle parole, vado oltre e mi fido del mio istinto. Ci sono conoscenti, compagni di giochi e avventure, amici, amanti e compagni di vita, ognuno può dare qualcosa. Ma l'amicizia, quella vera ha caratteristiche ben precise e regole che oggi più nessuno vuole avere... ma sto diventando troppo contorta e prolissa... alla prossima

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Monica, mi fai da specchio e mi dai occasione di chiarire(/mi). Diciamo che senza circostanziare bene (e non voglio ne posso :) capirete... ) faccio fatica a specificare che messaggio volevo mandare alla mia amica, e il mio sentire (il pensiero ho provato a scriverlo qui, ma con molti limiti), cioè che oltre alle tante meravigliose "utilità" dell'amicizia c'è tutto un mondo di affetto disinteressato dietro (senza fregature accessorie al 99% dei casi). Voglio solo precisare che per me ogni rapporto con altre persone ha una sua dignità, può essere importante e penso possa offrire molto, però sì, come dici tu alla fine l'amicizia vera ha caratteristiche precise. Non sei stata contorta, anzi. Il mio sesto senso negli ultmi anni ha fatto cilecca, ma da quelle "sviste" ho imparato davvero tanto. Grazie della tua testimonianza, la tua mamma la capisco benissimo :-).

      Elimina
  9. Riflessioni splendide, e splendido augurio. Ci torno e ci ritorno a questo post. Grazie! :-*

    RispondiElimina
  10. Ho già letto e riletto questo post almeno 3 volte... e tornerò ancora perchè ogni volta trovo uno spunto diverso di riflessione.

    Grazie cara amica virtuale per questi bei post che ci regali, fanno bene all'anima!
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  11. Grazie a te per le belle parole cara. Sono contenta di aver condiviso qualcosa che ha un senso anche per altri.
    Ricambio l'abbraccio

    RispondiElimina
  12. Un lungo bellissimo post che ho letto tutto di un fiato...
    Non c'e molto da dire o aggiungere... Condivido il tuo pensiero e le tue esperienze... L'amicizia e' come un filo, e' delicato... Per questo non deve essere tirato troppo, altrimenti si spezza... Entrambe le persone lo devono tenere ben teso, ma se uno tira di più e l'altro meno , questo si spezza e degrada!
    E' un bellissimo fiore e bisogna curarlo ed amarlo se ci teniamo davvero... Altrimenti appassisce e se appassisce le 'colpe' sono da ambo le parti... Ma la Vita continua e con essa nuove conoscenze e nuove Amicizie se si e' ancora pronti ad 'amare' :)

    RispondiElimina
  13. Oh, meno male che mi hai capita, sono sempre terrorizzata quando scrivo commenti, di creare malintesi, perché si scrive di corsa, ecc.
    Quindi a presto :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. certo! :)
      (e purtroppo anche io scrivo sempre di corsa...)

      Elimina


Grazie per il tuo commento, le tue impressioni per me sono preziose :-)
È attiva la moderazione.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...