venerdì 29 aprile 2011

Libri per bambini: Nei panni di Zaff

Per i Venerdi del libro, questa settimana vorrei proporvi di entrare Nei panni di Zaff e di dirmi come vi ci troviate.

E' fondamentale mettersi nei panni altrui, specialmente quando vogliamo comprendere l'altro.

Ho già scritto dei libri di Manuela Salvi, raccontandovi di Beelinda, una pecora davvero speciale che, stanca di una vita passata a mangiare a testa bassa, decise di andare in cerca di novità e libertà.
Sono rimasta affascinata dal lavoro di questa autrice ed ho voluto leggere anche di Zaff, un bimbo con un desiderio un po' particolare: diventare una principessa!

"... Ma Zaff, tu 6 maschio!
Puoi fare il re, il principe, il meccanico, l'ingegnere, il maresciallo dei carabinieri...
ma la principessa proprio no!"
E' così?
Cosa accade quando un bambino vuole sperimentare qualcosa fuori dal comune?

Zaff è colpito da commenti sulla sua persona quando esprime il suo desiderio ("sarai mica ...." e a seguire una serie di luoghi comuni), lo ferisce la violazione della sua integrità, la sua giovane identità in formazione soffre, la sua libertà di scegliere cosa vuole fare ed essere è messa in dubbio: l'autrice fa parlare con accorata partecipazione un piccolo cuore ingenuo, incredulo di tanta cattiveria gratuita.
In fondo lui non vuole fare del male a nessuno, perché tanta ostilità?

Gridano, 
si strappano i capelli 
e guardano Zaff come se fosse
un mostro peloso
a 8 zampe!
"Un mostro???" 
pensa Zaff
e quasi quasi
gli viene da piangere... 

Il problema è solo negli occhi di chi guarda, che restituisce a Zaff un'immagine spaventosa.
Sarà una nota principessa di un'altra favola, desiderosa di abbandonare l'etichetta di corte e poter giocare libera come un maschio, a riportare giustizia e buon senso in questa storia e a convincere tutti che è bene che ognuno coltivi, libero dai vincoli dei giudizi altrui, i propri desideri e modi di sentire perché non c'è niente da perdere per nessuno nel farlo.

Un tocco di magia farà sì che ognuno possa essere e diventare cosa vuole mentre gli altri si occuperanno dei casi propri.

Prevale un messaggio di speranza e rispetto, in un quadro di grande allegria a misura di bimbo.
E scoprirono il segreto per vivere felici e contenti.
Essere ciò che sentivano di essere senza vergognarsene mai.

Manuela Salvi sviluppa il tema della libertà di essere in base al proprio sentire in modo attento ed efficace, con delicatezza ed equilibrio. 

Considero questo libro un piccolo capolavoro: forse il primo in tutta Europa a toccare un tema così originale e controverso, è un progetto con una storia articolata alle spalle, cullato dall'autrice per anni, pensato con mille premure, rivisto e ridiscusso con psicologi e pedagogisti, eppure la sua forza, oltre all'equilibrio e alla misura, è che risulta curioso e divertentissimo per piccoli e grandi lettori.

Non c'è tensione o malizia, perché quello che emerge è il mondo autentico delle emozioni del piccolo protagonista, entriamo davvero nei suoi panni e possiamo percepire con lui stupore, dolore, dispiacere... e poi misurarci con l'incapacità di capire le reazioni di chi giudica e deride.

E' a mio parere una pubblicazione importante, intrisa della saggezza e immediatezza che caratterizza le esternazioni spontanee dei nostri bambini davanti a situazioni cruciali.

Riesce a stupire pagina dopo pagina. Risulta per esempio molto originale l'idea di chiudere la storia con un'intervita a Zaff sulla sua vita da principessa e alla ex principessa nelle sue nuove vesti, i bimbi si dichiarano soddisfatti e non escludono di cambiare ancora panni, perché, come tutti i bimbi lasciati liberi di fare esperienze, potranno decidere di volerne fare altre e diverse ancora in futuro.

Il testo è illustrato da Francesca Cavallaro, anche in questo caso è interessante leggere la sua biografia, sfogliare il suo lavoro, conoscere il suo modo di vedere i bambini, infine sul suo sito possiamo anche vedere qualche immagine catturata dal libro.

Conoscere qualcosa degli autori e illustratori di un libro aggiunge preziosi dettagli e nuovi punti di vista per apprezzarlo, ma in questo caso davvero non serviva perché è un libro davvero ricco di suo.


Riflessioni a margine

Ho scelto di parlarvene oggi perché un'amica carissima mi raccontava che il suo piccolino è stato attaccato ai giardinetti perché aveva le unghie colorate dopo aver giocato con la sorella maggiore a dipingersele... il piccolo ha in realtà ignorato la giovane inquisitrice che lo incalzava con giudizi poco lusinghieri, chiedendosi forse solo perché fosse così alterata e che volesse da lui, mentre la sua mamma rifletteva sull'aggressività nei confronti di chi esce dalle strade più battute e si chiedeva cosa sia giusto fare, da genitore, in questi casi.

Non è il primo episodio del genere di cui sento da amiche e conoscenti: un'altra amica ha proibito al figlio di mettersi indumenti rosa alla scuola materna per evitare lo scherno dei più grandi, preoccupata che potesse diventare qualcosa di troppo pesante da sopportare per lui che era appena arrivato dal nido.

Piccoli omofobi crescono e dalla primissima infanzia esistono regole non scritte che prescrivono comportamenti accettabili in base al genere di appartenenza?

Sono triste e preoccupata: mi immagino famiglie dove sia inaccettabile che un bimbo giochi con la sorella a dipingersi le unghie - e tanto meno esca di casa con le prove addosso di un tale disdicevole comportamento! - o in cui si ritenga che vestire colori come il rosa mini la futura virilità di un piccolo maschio... Ma anche famiglie dove si è preoccupati che un gruppo di bulletti traumatizzi il proprio bambino per una banale preferenza di colore... ma è giusto soccombere, ratificando queste classificazioni circa i comportamenti omologati accettabili fin dalla tenerissima età?

Ci rendiamo conto della preoccupante deriva cui tutto questo porta?



Uppa in tempi non sospetti proponeva di iniziare fin dalla culla, non esponendo fiocchi di nascita azzurri o rosa ma arcobaleno, più radicale l'idea della crociata dei pinkstinkers. Io vedo il primo suggerimento come un appiattimento, una soluzione che non mi piace, come non mi piace concettualmente vietare un colore a un bimbo: perché? cosa otterremmo?

Mia figlia ha avuto un periodo giallo, poi uno rosa, più spesso scegliamo insieme giochi e vestiti (io scelgo un paio di opzioni e lei ha l'ultima parola su quale delle due preferire, mi pare un buon modo di rispettare e sviluppare la sua autonomia, pur mantenendo io la responsabilità finale del peso dei capi, ecc) senza fissarci sul colore.

E se avessi un maschietto sarebbe lo stesso.

Giocherebbe anche con le bambole della sorellina se lo volesse o con lei a cucinare (da poco, se ci pensiamo, è stato sdoganato il concetto che anche i bimbi possano giocare a cucinare), come lei gioca con le ruspe giocattolo in spiaggia o con le macchinine e ha una bici da equilibrio da un anno e mezzo che ha voluto gialla e rossa, anziché rosa (però la prossima ha detto che la vuole rosa, e sarà accontentata).

Non trovo un senso nel proporre solo giocatoli unisex o negare che un bimbo abbia un'identità di genere, che però come lei/lui è in crescita e attraverserà diverse fasi, mi pare sensato seguire i gusti dei bambini (almeno) nella scelta dei giochi.

Le differenze sono sempre una ricchezza, da condividere e "scambiare" qualora uno desiderasse fare esperienze anche lontane da quanto fa la media degli individui, un aggregato che è composto da tante unità, ognuna con una storia a parte, questa la peculiarità degli esseri umani.

Ma torniamo a riflettere sull'intolleranza che già i bambini dell'asilo dimostrano verso chi si mostra diverso: rilevo qualcosa di preoccupante con il quale come genitori ci troveremo a misurarci probabilmente e che comunque ci riguarda perché connota la società in cui viviamo, una forma strisciante di violenza che si esprime a volte con sottili di giudizio, critica e censura, in altri casi proprio con atti aggressivi, forme di bullismo nei confronti di chi non si omologa ai comportamenti del gruppo.

Come si previene la violenza sottile del giudizio su chi si discosta dai comportamenti più comuni, come si combatte quando diventa bullismo?
Da dove inizia tutto questo? Cosa possiamo e dobbiamo fare?

Io penso che alcuni stimoli negativi arrivino dall'esterno, dalla società, dalla "cultura" del nostro tempo che vuole prodotti per bimbi che somigliano a miniature di quelli per adulti (come microscarpe con il tacco per 2 enni, per citare un esempio), dal gruppo dei pari che pretende omologazione e contagia chi non se la sente o non ha abbastanza strumenti o sicurezze (o l'età) per essere diverso, ma sono ben più preoccupata dagli input che i piccoli moralisti o bulletti in erba hanno in seno alla famiglia.

L'esempio è lo strumento educativo più forte di tutti, i piccoli ci osservano e ci imitano.

C'era un bellissimo video che dimostra meglio di qualsiasi parola cosa intendo (non guardatelo con i vostri piccoli accanto!!!)


Percepisco atteggiamenti di chiusura e censura da parte degli adulti che si occupano di chi dimostra poca tolleranza. Temo siano giovanissimi individui già minati delle sicurezze che dovrebbero avere confortati dall'amore senza se e senza ma dei genitori, se già così piccoli cercano conferme in rassicuranti luoghi comuni e comportamenti omologati che li tutelano dal giudizio altrui. Forse saranno bimbi rimproverati di continuo, forse saranno forzatamente contenuti quando, come tutti i bimbi, vorrebbero sperimentare, giocare, magari fare anche quello che noi adulti cataloghiamo come piccolo disastro perché lasciarli liberi di esprimersi un po' complica le nostre vite spesso stressate e stressanti (che ne direbbe Munari, amato da molti di noi? "Non toccare! Quante volte i bambini si sentono ripetere questa imposizione. Nessuno direbbe mai: non guardare, non ascoltare, ma pare che il tatto sia diverso, molti pensano che se ne possa fare a meno...").
Un'autrice che mi ha dato molto su cui riflettere, Alice Miller, psicologa che ha molto scritto sull'infanzia e sulla violenza nella società, si è chiesta:

A quale prezzo psicologico si ottiene un bravo bambino?

I miei studi, le mie esperienze di vita, l'essermi confrontata con tante persone diverse, soprattutto il mio provare ad osservare il mondo tentando di mettermi all'altezza dello sguardo dei bimbi da che sono mamma - Montessori docet - mi portano alle riflessioni che ho condiviso oggi.
Avevo promesso che nel blog avrei parlato del mio mondo e questo post introduce il mio modo di essere mamma e osservatrice curiosa e partecipata della società che ci circonda.

Se abbiamo la sensibilità per renderci conto che allevare esseri umani costellando le loro vite di limiti a volte poco rispettosi della loro vitalità ed esigenza di sperimentare, elargendo giudizi che minano la loro autostima fin dalla tenerà età, imponendo e imponendoci rigidità, che tra l'altro ci impediscono di sperimentare e crescere insieme a loro, in ultima analisi lasciando poco margine per la libertà dei piccoli con l'idea che i genitori possano essere o lassisti o autoritari - mentre c'è tutto un universo di soluzioni basate su altre valutazioni -, genera violenza nella nostra società, abbiamo il dovere morale di fare qualcosa.

Credo che si possa dare ascolto, empatia, amore incondizionato e sicurezza ai bimbi, senza mai dimenticare il nostro ruolo di adulti, ne' mettere da parte le nostre responsabilità.

Possiamo diffondere la cultura del rispetto dell'altro, qualsiasi scelta faccia.
Possiamo farlo con i nostri figli, ma anche con altri bambini (magari con quelli con i quali i nostri si confrontano, o che incontriamo nella nostra vita in tante occasioni), possiamo seminare tolleranza dove il terreno è fertile, magari potremmo portare in classe o ai giardinetti un bel libro come questo, e vedere come si trovano per primi gli educatori nei panni di Zaff, poi osservare i bimbi e infine.... vedere come reagiscono i loro genitori ed essere pronti al confronto, senza fare crociate, solo dimostrando che a pensarla diversamente non crolla il mondo, che i bambini hanno sensibilità da difendere, che devono essere liberi di sperimentare e questo non fa nessun danno in un ambiente di rispetto.

Forse incontreremo adulti cresciuti con l'idea che non si possa uscire da schemi imposti, che farlo può significare dover poi pagare un prezzo troppo alto, per esempio perdere l'amore delle persone che amiamo. Oppure potranno emergere paure comuni per il futuro dei nostri figli. O potremmo anche trovare altri che vorrebbero un mondo dove ogni individuo fosse libero di esprimersi, contenti di confrontarsi.

E voi? Che ne pensate?

Un grazie speciale a chi mi ha letto fino in fondo, scusatemi per la lunghezza dell'intervento, ma è un tema che mi è molto caro e ci sarebbe davvero tanto da aggiungere...


Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea,
le istruzioni per partecipare all'iniziativa e i link agli altri blog che hanno aderito.

Arrivederci al prossimo appuntamento!

21 commenti:

  1. grande post....(sono arrivata fino in fondo te lo giuro!)
    brava ci condivido il tuo parere..
    penso che la lotta più dura sia con i genitori..e non solo su questo tema..
    non conoscevo il libro..e mi sarà di certo utile...

    RispondiElimina
  2. Grazie Sly, sei stata stoica! ;-)

    Lo so che l'anello più critico della catena sono i genitori, gli adulti in genere.

    So che le persone come te si impegnano a seminare semini di tolleranza. Grazie anche per questo, mi rasserena sapere che tanti adulti si impegnano per condividere armonia e rispetto.

    A presto

    RispondiElimina
  3. Precisazione: l'amica di cui vi ho parlato mi specifica che la persona che ha attaccato suo figlio di 4 anni ai giardini pubblici perchè aveva le unghi colorate era un'ADULTA! Accidenti...
    Lascio a voi ogni valutazione.

    RispondiElimina
  4. Bellissimo post! Davvero carino il libro, me lo segno! Offre spunto per la tua verissima riflessione. Purtroppo spesso le persone, per paura, timidezza e altro, tendono ad uniformarsi alla maggioranza. E allora avviene la divisione tra le cose Normali e quelle Diverse. Se insegnamo ai nostri bambini a esprimersi liberamente e diamo loro dei buoni esempi, possiamo creare una generazione migliore. Ma non è facile, perchè qualsiasi cosa Diversa viene subito additata e derisa, come hai scritto tu. Topastro ha trenini, auto, ruspe, cucina, pentole e cibi di plastica, monopattino, passeggino, palloni e pupazzi di peluche. Nei giorni scorsi mi ha vista realizzare vestiti per la mia Barbie. Penso che abbia capito che era una cosa molto divertente e mi ha detto: anche io voglio una Barbie. Siamo andate nel negozio di una mia amica e l'abbiamo comprata! Sono due giorni che gioca con Barbie e Ken e si diverte molto!

    RispondiElimina
  5. Grazie Pollon,
    abbiamo sì in mano responsabilità e grandi potenzialità per cambiare piano piano la società dall'interno, anche se è molto molto difficile e bisogna rispettare i tempi e le paure/perplessità di tutti quelli con cui ci relazioniamo.

    Gandhi diceva che lavorando sui bambini ci sono le migliori speranze perchè il mondo cambi in meglio.

    Topastro è un grande :-) La vostra cucina home made è una delle prime cose che mi ha avvicinato al mondo delle mamme bloggers :-) e sono molto contenta che giochi con la Barbie con te!

    ciao

    RispondiElimina
  6. E' vero, i bambini sono il nostro futuro e abbiamo una responsabilità davvero grande. Anche io sono contenta che giochi con la Barbie, non ci vedo nulla di male. Anche se qualcuno gli ha già fatto notare che è da femmine.

    RispondiElimina
  7. Coraggio...
    Se il commento viene da persone "importanti" e presenti nella vostra vita potebbe valere la pena di indagare da dove nasca e come si declini la paura che è dietro a quei giudizi: paura che il bimbo venga poi deriso? che cresca "strano"? o cosa altro?

    Perchè a volte basta parlarne, dimostrare di prendere in carico le paure altrui che stanno dietro a giudizi e commenti un po' acidi e tutto si sgonfia, o per lo meno spesso dal confronto si fa qualche passo in avanti.

    Prima ho scritto "contenta che giochi con la Barbie", intendevo Barbie e Ken. :-)

    Ieri ho risentito il detto "non sono qui a pettinare bambole" (da un uomo) ecco... avrei risposto volentieri: "peccato ti rilasseresti ;-)"

    ...

    ciao

    RispondiElimina
  8. E' vero. Hai proprio ragione. Infatti si trattava di una persona che conoscevo bene e l'ha detto un po' scherzando. Ma sono sicura che è una persona che è stata educata a dividere i giochi per genere, si trattava di un maschio. Per fortuna i genitori d'oggi sono di vedute un pochino più aperte, ma non tutti, specialmente i papà. Ma andava benissimo anche frase che hai scritto prima! Tra l'altro abbiamo comprato prima Barbie! Che è una bambola simile, costata pochissimo. Poi nei giorni successivi ho visto Ken all'ipermercato e gli ho chiesto se voleva il fidanzato per la sua bambola. Chiaramente Topastro ha detto si. Un giocattolo non si rifiuta mai! Riguardo il detto, credo che il significato sia: non sono qui per giocare ma per lavorare seriamente. Però hai ragione, eh eh. Giocare alle Barbie è rilassante!

    RispondiElimina
  9. «Non dubitate mai della capacità di un piccolo gruppo di persone di cambiare il mondo; è ciò che è sempre accaduto» (Daniel Chodorkoff)

    @pollon, so cosa vuole dire il detto e nel contesto era calzante, ma mi sono interrogata sul come sia nata e ho sorriso per quello ;-) ciao

    RispondiElimina
  10. E' vero, non ci avevo pensato. In effetti non si dice, ad esempio, "giocare con i trenini" ma "pettinare le bambole".....

    RispondiElimina
  11. Ciao Ci.
    Stasera sono a casa da sola, pupo e papi sono in giro per Bologna, stasera notte blu, così ho potuto leggere con calma il tuo post, lungo (hai visto il mio: mi sono impelagata con ben 5 libri stavolta) ma così piacevole e interessante. Anzi è un piccolo pugno nello stomaco. I bimbi possono essere molto più spietati di come li immaginiamo, se poi hanno persone arroganti e prepotenti intorno, come possono affrancarsi? Ho amici gay e lesbo e so quanto è tutt'ora difficile essere totalmente accettati e integrati. Io spero (e cerco di adoperarmi in questa direzione) che mio figlio non si protegga con l'omologazione e impari a rischiare. Mi auguro, ancora di più, di riuscire a essere un modello di tolleranza e comprensione per chi è omologato e chi non lo è o non lo vuole essere.
    PS: grazie per il sostegno dieta!

    RispondiElimina
  12. Ma che bello questo post! Ricco di spunti di riflessione. L'altro giorno ho tirato fuori dalla soffitta uno scatolone con sei paia di scarpe dello scorso anno ed ho scoperto che nessuna - tutte seminuove - va bene ai miei bimbi. Ne ho salvata solo due che erano della mia principessina e vanno bene al piccoletto. Però, c'è un però, sono di colori prettamente femminili: un paio rosa (scarpe di tela di un marchio molto blasonato e modello che va bene a maschi così come a femmine) ed un altro più basso di colori elettrici sui toni del rosa, del giallo e del verde ma con il rosa dominante. Il mio bimbo quando ha visto che gli stavano bene sprizzava di gioia e ne ha voluto mettere un paio per andare a scuola. La sua sorellina le ha detto: "...ma sono da femmina!!". E lui, tutto sorridente: "...sono colorate, a me piacciono, che importa?". Tornato da scuola la sorellina gli ha chiesto com'era andata con le scarpe. E lui "...bene, mi hanno detto che sono belle e che io sono bello". Lei ha chiesto: "Ma non ti hanno detto che sono da fammina?". Lui ha sorriso, ha alzato le spalle ed ha risposto: "No". Non so se sia vero perchè spesso i bambini raccontano ciò che vogliono ma ho capito che è un bimbo dal carattere forte e non si fa influenzare dal giudizio altrui. Sono certa che se anche qualcuno gli avesse fatto notare che le scarpe erano da femmina lui avrebbe risposto come ha risposto alla sua sorellina a casa... Ma non tutti i bimbi sono così e spesso i giudizi altrui sono molto severi e "cattivi" anche quando arrivano da bambini piccoli. Noi a casa cerchiamo di non fare distinguo su cosa è da femmina e cosa è da maschio ma intorno a noi abbiamo persone (nonne, parenti) che fanno molto caso a queste cose. Il piccoletto porta i peluche a dormire cantando loro la ninna nanna e veste le Barbie con la sorellina. Lei gioca con la pista delle macchinine e quando sceglie i libri da leggere non disdegna storie "da maschio". Ed è tutto molto naturale. Per ora. So, però, che la questione è molto delicata e che le influenze che arrivano dall'esterno possono cambiare questo equilibrio che per ora abbiamo instaurato insegnando loro il rispetto reciproco sempre e comunque. Così come il rispetto altrui, fuori dalle mura di casa che sono, in ogni caso, una sorta di guscio di protezione... Poi crescendo sono certa che i problemi arriveranno, piccoli o grandi... Mi auguro di riuscire ad aiutarli nella crescita in modo corretto anche da questo punto di vista. Ti rinnovo i miei complimenti per questa bellissima occasione di confronto che ci hai offerto.

    RispondiElimina
  13. Grazie per tutti i commenti e per le vostre visite.
    Avrei voluto potermi soffermare su ognuno con serenità a testa al 100% perchè questo tema mi sta davvero a cuore, ma in questo periodo non ci riesco.
    Grazie ancora, tornerò sul tema ancora più avanti.
    ciao

    RispondiElimina
  14. Grazie! Interessante suggerimento e bellissima analisi: lo posto qui
    http://www.facebook.com/groups/edit.php?edit_members&gid=37309508306

    RispondiElimina
  15. Grazie Jessica, però non vedo il tuo gruppo! (il link mi manda alla home page di FB)

    RispondiElimina
  16. Cara Cì, grazie tantissimo per questa segnalazione: è geniale e... lo voglio assolutamente! In effetti che coraggio l'autrice: affronta un argomento estremamente delicato, che la pubblica sensibilità è oltremodo cauta nel manipolare soprattutto in presenza e quando si tratta di bambini. ma non saranno forse i nostri schemi interpretativi a viziare una semplice espressione di spontaneità priva di sfumature morbose o preoccupanti? E poi perchè preoccupanti?
    In effetti ciò che colpisce è anche l'originalità della scelta. Più consuete sono le rivendicazioni femminili di parità sessuale, quali principesse dedite ad arti marziali e bambine appassionate di calcio e ruspe... ma il contrario è invece ancora percepito come tabù. E invece quanto sarebbe più facile parlare davvero di abolizione degli stereotipi di genere se fosse anche accettata con serenità ogni manifestazione e ogni inclinazione dei bimbi per attività e attitudini tradizionalmente e a torto attribuite al mondo femminile.
    Sempre un piacere leggerti, sai essere profonda e e acuta anche parlando di letteratura per l'infanzia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie SuSter, mi fai dei complimenti bellissimi (e imbarazzano un po' :) ).
      Sono contenta ti ispiri questo libro, me lo aspettavo. Vedrai quando lo sfoglierai...

      Hai ragione per una buona fetta di popolazione certi comportamenti sono tabù.
      Non che le bambine abbiano poi tutta questa libertà.
      Fai attenzione ai giardinetti e sentirai spesso questa frase "una signorina NON si comprta così". Innocua? Rappresenta un sentire che distingue i generi dalla prima infanzia. Se ci pensi a quelle più spericolate danno subito del "maschiaccio", che poi quando crescono diventa presto "poco di buono", declinato più o meno volgarmente, e in certi terribili contesti di cronaca nera suscita commenti feroci: "del resto, coi suoi comportamenti, se lo è cercato".
      La cosa peggiore? Quando sono le donne a dirlo e pensarlo. Avranno sentito quei "ragionamenti" mille volte nella loro vita, tanto da radicarsi nel loro modo di pensare come pesanti pregiudizi. Pensare o essere?

      Liberi di essere davvero come sentiamo spesso non lo siamo, indipendentemente dal genere. Purtroppo.

      Noi adulti a contatto con bambini lavoriamoci e avremo qualche speranza di crescere insieme a generazioni più aperte e rispettose.

      Elimina
  17. Bello, condivido cio' che scrivi . Il mio piccolino e' molto attratto dal mondo femminile , ha tre anni. Un giorno mi ha detto: " quando diventerò femminuccia giocherò con questo" era un set di spazzole e specchi rosa ed io gli ho detto che non diventerà femminuccia, ma può benissimo giocare con le spazzole. A casa ha cucina, pentole e una bambola in mezzo ai camion, perché dico, se volesse giocare a fare il papa' non può avere una bambola?
    Poi, un giorno giocava con un pupazzo e mi ha detto che prima era nella sua pancia e ieri sera con un cucciolo di cane ha detto che e' il nostro cucciolo, io sono il papa' del cane e lui la mamma. Non ci vedo nulla di strano, siamo tutti un po' maschi e un po' femmine ed e' giusto sperimentare anche quel lato di noi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "se volesse giocare a fare il papà non può avere una bambola?" esatto. Solo che nella nostra società sopravvivono alcuni tabù e se andiamo indietro nel tempo pochi papà sapevano occuparsi dei loro bimbi come fanno quasi tutti i nostri compagni oggi. Chiedi a un nonno di età e probabilmente confesserà di non aver mai cambiato un pannolino... La società evolve ma certe cose restano ferme, chissà per quali paure.

      Condivido anche il fatto che in noi ci sia una componente femmiline e una maschile, però come ho letto in un articolo una volta, va bene se una bambina si mostra coraggiosa come Robin Hood o travestirsi da Superman, ma non se un bimbo vuole travestirsi da fatina. E perchè?

      Grazie del tuo commento.

      Elimina
  18. Cara Cì, ti ho letta veramente molto volentieri, il tuo post è ricco di riflessioni interessanti! :)
    Da un po' di tempo ho creato un canale YouTube in cui leggo racconti per bambini. Ultimamente, a seguito della polemica dei "libri proibiti" dal sindaco del comune veneziano ho iniziato a dedicarmi a questo interessantissimo argomento e uno dei miei libri preferiti è proprio "nei panni di Zaff": https://youtu.be/pTze7dGxg_0
    ;) Spero la mia versione ti piaccia! un abbraccio e a presto!

    RispondiElimina
  19. Cara Giuliettina, grazie del tuo commento.
    Questo libro resta uno dei miei preferiti sul tema, sono contenta che piaccia anche a te. Ora andrò a vedere il tuo video.
    A presto!

    RispondiElimina


Grazie per il tuo commento, le tue impressioni per me sono preziose :-)
È attiva la moderazione.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...